“La storia della disco music” non ha più segreti grazie a Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano
Di musica si parla molto e si è scritto moltissimo, ciò nonostante l’argomento è inesauribile. Quanto sappiamo effettivamente sulla musica? Quali segreti sono ancora da scoprire su quest’arte? Intanto disponiamo di interi scaffali di libri, dalla sua scoperta fino a oggi, nelle sue molteplici sfaccettature e generi, per tutti i gusti. È oltremodo importante, in un ambito così vasto, per poter meglio mettere insieme i pezzi, approfondire le diverse diramazioni, gli stili musicali, ascoltando meticolosamente gli artisti insieme alla Storia e le evoluzioni del suono che negli anni si è evoluto e ha accompagnato generazioni dopo generazioni. Un tale approfondimento, scrupoloso e minuzioso, è stato intrapreso da Andrea Angeli Bufalini e Giovanni Savastano in “La storia della disco music” (Hoepli, 2020, pp. 480, euro 29,90).
Questo libro è una sorta di Bibbia della discomusic, che ripercorre dalla sua radice l’evoluzione del ritmo, con fondamenta afro, fino al suo culmine negli anni 70, in cui imperversava, parallelamente a questo nuovo genere musicale, la dura battaglia razziale. La svolta sonora nasce negli USA e ha come caratteristica un tempo in 4/4. Tantissimi sono stati gli artisti che hanno camminato sulla strada della disco music, alcuni con il successo di un solo brano, come Thelma Houston e la sua celeberrima “Don’t leave me this way”, altri riscuotendo un enorme riscontro di pubblico consacrandosi re e regine incontrastati del genere, come James Brown, Donna Summer o Gloria Gaynor.
Philadelphia e Miami, oltre a New York, sono state le città di riferimento della musica da ballare: nel libro viene dato ampio spazio al sound of Philadelphia, o Philly Sound, sviluppatosi nella second metà degli anni sessanta e collegato all’etichetta PIR (tra le cui produzioni spicca certamente “Disco Infetno” dei The Tramps), o al Miami Sound, dall’anima latina e tropicale, con ‘etichetta T.K. Records fondata dal trombettista Henry Stone. Ma la disco music come nasce in Europa? La risposta è semplice: in Germania, dall’incontro tra Giorgio Moroder, Pete Bellotte e Donna Summer con il singolo “Love to love you baby”. Ma non è di certo finita qui, la disco music contagia anche la Scandinavia, la Spagna, la Francia e naturalmente l’Italia.
Insomma, un libro a cui non manca nulla, che è già arrivato alla prima ristampa e che riesce a raggruppare nomi (tantissimi) e canzoni di anni importantissimi per la storia della musica, indimenticabili e ancora oggi presi a modello, campionati, riascoltati e rivalutati. Farne una sintesi non è possibile, se non tralasciando svariati passaggi, quindi l’unico modo per perdere nulla è leggere questa storia e perdersi nella musica, lasciandosi incuriosire, andando a riascoltare e soprattutto, lasciarsi avvolgere dal ritmo.
Roberta Usardi