“La stagione più crudele”, il primo romanzo di Chiara Deiana
La stagione più crudele è il primo romanzo di Chiara Deiana (Mondadori, pp. 213, euro 18), redattrice laureata in Neuroscienze.
Nel bosco, nel paese, fuori
Asia, 12 anni, i Nirvana nelle orecchie, genitori separati, un’estate da passare in campagna dalla nonna paterna insieme al padre, come ogni anno. E come ogni anno aspettare l’arrivo dell’amica del cuore, Matilde. Lei e Asia sono un branco, i nomi incisi nel loro rifugio sono rispettivamente Buck e Zanna. E ci sarebbe poi anche Lupo, ovvero Mattia che però crescendo si perde un po’ per strada, e alle due donzelle preferisce la compagnia maschile, quella che fuma e scrive sconcezze sui muri delle case abbandonate, per affermare la propria mascolinità in divenire. Succede però che Matilde ci metta un po’ più degli anni passati ad arrivare e Asia, tra l’annoiato e l’arrabbiato, inizia a vagare da sola per quei boschi che le due amiche tante volte hanno esplorato insieme in bicicletta, ma cadendo arriva in un punto nuovo e nuova è la scoperta che fa: il cadavere di un uomo, D.
Inizia così la stagione più crudele di Asia che dal walkman nelle orecchie e le giornate spensierate passa ai segreti, ai sotterfugi: quelli col padre, con la nonna, con Matilde. Agli occhi di chi la circonda Asia appare strana, ma è solo troppo giovane per gestire la situazione in cui si è trovata, combattuta tra l’affermarsi come adulta in grado di gestire tutto da sola, e la voglia di rifugiarsi tra le braccia del padre.
Crescere
Deiana racconta bene quello che è il processo di crescita di Asia, dal momento in cui trova il corpo nel bosco fino a quando prende di nascosto la corriera, per andare al funerale proprio di quel corpo che una volta scoperto da tutti, in qualche modo gli manca. E ce la racconta bene la crescita della protagonista anche quando descrive come Asia scopre pezzi di vita di suo padre come uomo e non solo come genitore, trovando le foto di una donna nuda, che diventeranno poi merce di scambio di segreti con Mattia, e una scatola di preservativi. Asia è gelosa tanto del padre quanto della bellezza di quella donna nuda ritratta nelle foto, e che forse un giorno vorrebbe e potrebbe avere. E si avvicina al sesso Asia, che può diventare mezzo di baratto, ma che può anche diventare violenza e fare paura, farti nascondere dentro una cabina telefonica.
“Il mondo era finito, l’uragano che aveva immaginato la sera prima aveva risucchiato tutto, per davvero”.
Cambia il modo in cui Asia vede chi le sta intorno, anche Matilde non le pare più la stessa. Ma per una reazione uguale e contraria, cambia anche il modo in cui gli altri percepiscono lei, perché la trasformazione interiore della ragazza emerge evidente.
“Quando era piccola suo padre scopriva subito le sue bugie, a volte ci scherzava su, altre diventava molto severo. Per lei era imprevedibile, non aveva mai capito dov’era la linea di confine tra una risata e una punizione, ma questa volta era sicura di averla superata, di parecchio”.
Asia vorrebbe forse che tutti i suoi segreti venissero scoperti, sarebbe la conferma che è ancora una bambina da mettere in punizione se serve, ma poi da coccolare. Sarebbe la conferma che ci sarà sempre qualcuno a dirti cosa fare, a demarcare il giusto e lo sbagliato. Ma affacciarsi all’età adulta è questo: gli altri non necessariamente scoprono le tue bugie e tocca a te scegliere.
La crudeltà del crescere e dello scrivere
La stagione più crudele è quella in cui si cambia senza rendersene conto, almeno non fino in fondo, ci si attacca a certe persone e stacca da altre. Deiana usa il bosco e il paese come metafora di questo processo e quell’avventurarsi di Asia da sola nel bosco è forse un po’ la chiave di lettura del libro e della scrittura stessa dell’autrice. Si ha l’impressione che anche lei abbia vagato da sola nella sua stessa storia, attraversando un processo di crescita che è ancora solo all’inizio e che ha aperto molte parentesi da approfondire e poi magari chiudere.
Laura Franchi