LA “SPAGNA INSANGUINATA” DI ANTOINE DE SAINT-EXUPÉRY
“La verità non è affatto ciò che viene dimostrato: è ciò che semplifica il mondo.”
“Spagna insanguinata” (Stampa Alternativa 2018, pp. 164, euro 14), a cura di Paolo Imperio, è il reportage di guerra che Antoine de Saint Exupéry scrisse nel 1936 per l’Intransigeant, dalle strade di Barcellona, mentre i nacionales di Francisco Franco – appoggiati in seguito dai governi fascista e nazista – e i republicanos guidati dal Fronte Popolare di ispirazione marxista – appoggiati dal governo sovietico – combatteranno quella guerra civile spagnola che culminerà nel terribile scontro di Guernica, vivo nelle nostre menti grazie al meraviglioso e orrido quadro di Pablo Picasso.
Anche se frequentatore del fronte repubblicano, Antoine de Saint Exupéry non prende posizione per uno dei due schieramenti; per lui contano l’uomo e la sua coscienza, l’uomo e il suo dramma, individuale prima e collettivo poi. E anche nella guerra è in grado di focalizzare quel qualcosa che unisce e non ciò che divide: il dramma del singolo assume così una valenza tale da trasformarsi in dolore universale. Cinque sono gli articoli di questo primo volo tra le nuvole verso la guerra, con accanto il suo compagno di viaggio André Prévot. Concetti ovvi, espressi e descritti in tutte le loro sfaccettature, ora con speranza ora con disperazione, ma sempre attraverso una composizione poetica che si trasforma in un vero e proprio racconto d’amore scritto col sangue e che diventa la disperata ricerca di speranza tra le macerie e ancora la ricerca di quella luce che possa rendere fittizia quella devastazione che si apre davanti ai suoi occhi, dove tutto è morto e tutto avviene in silenzio, in un’inspiegabile guerra contro se stessi.
Nel 1937 Antoine de Saint Exupéry viene inviato a Madrid dal quotidiano Paris-Soir e ancora da Madrid volerà verso Carabancel. Anche qui continua l’analisi dell’importanza dell’uomo come singolo individuo, l’incontenibilità delle sue grandezze e delle sue miserie che sfociano nelle emozioni e nelle solitudini dei campi di battaglia, dove ogni singola vita perde valore e in confronto alla moltitudine, e nell’agghiacciante silenzio delle città, dove nemmeno le lacrime delle madri impediscono ai loro figli di morire.
Marianna Zito