“LA SIRENETTA” – Il grido disperato di un adolescente
“C’è un istante in cui tutti noi siamo uguali e indefiniti, senza distinzione di sesso e genere. È da qui che parte tutto. In questo momento pronuncio i miei confini. Testa, braccia e coda”
In cauda venenum.
Un urlo soffocato da una maglietta: questa è la fine, o forse l’inizio, come dice una voce durante lo spettacolo. Ci sono momenti, età della vita, in cui siamo, e ci sentiamo, particolarmente soli. Vorremmo urlare, e a volte lo facciamo, ma il nostro grido resta soffocato, oppure non troviamo intorno a noi persone capaci di ascoltarlo. “La Sirenetta” messa in scena dalla Compagnia Eco di Fondo è proprio questo, l’urlo disperato di chi, vittima del pregiudizio, non riesce a farsi accettare e amare per quello che è. Lo spettacolo, che vede protagonisti i bravissimi Riccardo Buffonini, Libero Stelluti, Giacomo Ferraù (anche regista) e Giulia Viana (autrice del testo insieme allo stesso Giacomo Ferraù), narra la storia di un’adolescente che arriva a rinunciare alla sua stessa essenza, la sua coda, nel tentativo di essere amata e accettata. Rinunciare alla propria coda, a quella parte di noi che ci rende diversi, equivale però a morire. In qualche modo, oppure letteralmente.
Lo spettacolo trae infatti spunto dagli inquietanti e ripetuti episodi che da tempo riempiono le pagine dei giornali: il suicidio da parte di un numero sempre maggiore di adolescenti che, a causa della loro omosessualità non compresa dai genitori e derisa da parte dei coetanei, dopo lunghi tormenti decidono di togliersi la vita. Dalle loro ultime lettere, spesso tanto terribilmente delicate e strazianti quanto solo certe fiabe di Hans Christian Andersen riescono a essere, trae ispirazione e forza “La Sirenetta” scritta da Giacomo Ferraù e Giulia Viana con il contributo di tutti gli attori della Compagnia. Sulla scena si alternano momenti drammatici e divertenti, visioni oniriche e potenti nella loro semplicità, danza e teatro di figura, e creano un mondo quasi sommerso nel quale ci immergiamo da subito e profondamente. Interessanti, e coraggiose, le irruzioni del mondo “esterno” rappresentato da Barbie e Ken, che spezzano la narrazione e introducono l’amore “diverso” anche a livello del gioco. E se tra giocattoli in fondo ci sembra possibile…
Eppure, in un liceo dove è stata rappresentata questa poetica “Sirenetta”, alcuni genitori dopo aver letto la presentazione hanno impedito ai loro figli di assistere alla pièce: questo episodio, rappresentativo di tanti altri, ci dimostra che ci troviamo di fronte a uno spettacolo non solo emozionante, ma anche terribilmente necessario. Almeno finché non saremo in grado di porci la vera domanda: se io ho la coda, a te cosa cambia?
In cauda venenum.
Andato in scena il 17 maggio 2019 al Teatro Pime di Milano
A.B.