La Signora delle Camelie – Teatro Quirino Roma
Matteo Tarasco torna dopo quasi due anni al Teatro Quirino di Roma, e in grande forma.
Dopo La trilogia del mito, questa volta con La signora delle camelie di Alexandre Dumas Fils e con una scenografia limitata al minimo: una chaise long, un candelabro, due poltroncine, un tavolo con due calici. Matteo Tarasco dipinge tra le quattro pareti del palco uno spettacolo dall’atmosfera gotica e onirica – impronta distintiva del regista – e si avvale di luci soffuse, ombre e nebbia costante nelle varie scene, nonché di costumi d’epoca realizzati dai giovani dell’Accademia Costume e Moda.
La vita perfetta di Margherita Gautier – Marinella Bargilli – cortigiana più ambita e bella di Parigi, piena di gioielli, lusso e ricchi amanti, viene stravolta dall’amore di Armando Duval – Ruben Rigillo – giovane ingenuo senza denaro da potersi permettere tale donna. Contro ogni aspettativa, i due si innamorano e vivono momenti di vera felicità. Margherita, malata di tubercolosi, abbandona il ricco conte che la mantiene e si ricopre di debiti, anche contro i consigli dell’amica Prudence – Silvia Siravo – complice cinica che accompagna i due protagonisti per tutto lo spettacolo, suonando la fisarmonica. Anche Armando si espone a tal punto da mettersi contro il padre – Carlo Greco – il quale lo supplica di abbandonare questa spiacevole situazione e tornare a casa per non infangare il buon nome della famiglia.
Ad un susseguirsi di dialoghi lunghi e apparentemente semplici, fa da contraltare l’atmosfera impregnata di sentimenti puri e credibili trasmessi dagli attori: da una parte Marianella Bargilli, entra in scena energicamente dando sfoggio delle sue istintive doti di danza e movimento del corpo, dall’altra Ruben Rigillo, impeccabile in ogni aspetto, riesce a trasmettere il senso di ingenuità e di disagio di un uomo innamorato verso una donna bellissima e irraggiungibile. Tra loro, la figura di Prudence, che come un giullare di corte alleggerisce la tensione della scena e riporta i due con i piedi per terra, ovvero alla loro situazione che non è destinata a durare a lungo.
La Signora delle Camelie – in scena al Teatro Quirino fino all’11 marzo – ribalta la visione maschilista ottocentesca – e forse anche odierna – della donna assoggettata all’uomo e vista soltanto come oggetto di piacere, da usare e da abbandonare, andando contro alle regole della società dell’epoca, e forse anche di oggi. Un tema quanto mai ancora attuale.
V.M.