“La seconda forma del sogno” – La realtà onirica di Marco Saverio Loperfido
“Mi trovo nel tempo in cui Dio entrò nel tamburo, nella landa in cui si formarono le lacrime che oggi piangiamo. Ho visto la musica nascere da un osso, ho fissato per la prima volta un senso di colpa in un sacrificio, ho avuto accesso a ricordi sepolti, vivendo la seconda forma del sogno”.
Qual è il confine tra la realtà e il sogno? Ma, più che altro, questo confine esiste davvero? E se la realtà fosse il sogno e il sogno la realtà?
Martina, un’adolescente in cura dalla dottoressa Silvestrelli questo confine lo ignora, anzi lo supera continuamente ed ecco che realtà, sogno e fantasia si mescolano e confondono, ecco che la prima forma del sogno diventa “La seconda forma del sogno” (Annulli Editori, Collana NarrAzioni, pp. 153, euro 14), l’ultimo libro di Marco Saverio Loperfido – arricchito dai disegni onirici di Alfonso Prota – che leggiamo tutto d’un fiato, perché anche noi – come la dottoressa Silvestrelli – vorremmo capire, a un certo punto, quale è la verità. Ma che questa verità non esiste ce lo confermano anche Federica attraverso il suo diario e Aalina, che le emozioni preferisce disegnarle.
Quattro personaggi di età e di estrazione sociale differente, quattro donne agli antipodi le cui storie si intrecciano per caso ma inesorabilmente, con la prepotenza di un vortice senza fine, cambiando in qualche modo tutta la loro esistenza. Qualcosa accende, in ognuna di loro, una ribellione sopita, una sofferenza affondata, una follia che grida libertà, una seconda occasione. Forse sbagliata o forse no. Ma reale. “…mi ha fatto percepire uno scarto infinito tra quello che nella mia vita, pur nella sua assurdità, mi spinge fuori di casa a cercare l’impossibile e ciò che mi immobilizza rassicurandomi”.
La voce di ognuna assume una forma e un carattere diverso, ora è una registrazione ora un diario, oppure appunti o, ancora, disegni. Ognuna di loro lascia una traccia, ha la necessità di rivedersi, rileggersi, riascoltarsi: la seconda forma le fagocita, catturandole. E, in quel preciso istante, non resta che uscire, decidere, correre e non importa come e dove. L’importante è andare…
Marianna Zito