“La risata del barbaro”: umani, troppo umani
“La risata del barbaro” (Voland, 173 pagine, 16 Euro) è l’ultimo romanzo di Sema Kaygusuz, in cui l’autrice turca mette nero su bianco l’umanità, con le sue mille sfaccettature.
Il Colomba Blu è un lussuoso hotel sulle rive del Mar Egeo in cui si incontrano tutte le possibili tipologie di vacanzieri, gli stessi in cui ci siamo imbattuti tante volte, magari proprio noi. C’è la famiglia numerosa e chiassosa che porta in vacanza tutte le sue generazioni, la coppia passionale, gli innamorati più o meno consapevoli, la madre apprensiva, il bambino un po’ in cerca di avventure e un po’ di attenzioni, il cafone ricco, l’ospite taciturna e riservata che preferisce leggere e scrivere piuttosto che mescolarsi al tutto, mariti e mogli che stanno insieme da tanto e non sempre si ricordano perché o magari hanno un perché segreto che li lega ancora. Accanto agli ospiti, protagonista è anche lo staff dell’hotel: la direttrice, i camerieri, il giardiniere, l’addetta alle pulizie. Tutti sono a un certo punto sconvolti dallo stesso evento: qualcuno fa pipì sulla biancheria dell’hotel. Ma chi? Chi potrebbe mai essere così barbaro da compiere un gesto del genere? Parte tra gli ospiti e lo staff il toto accuse. Subito tutti gli uni contro gli altri, subito tutti pronti ad accettare sconti e favori dall’hotel per non andare via, a contrattare per restare.
Eccola tutta qui l’umanità che ci racconta Kaygusuz. In cerca di un colpevole, un motivo, un raziocinio per spiegare fatti apparentemente inspiegabili. Pronta a fare festa tutti insieme, a lasciarsi andare alle confidenze sull’onda del momento, e a diffidare un attimo dopo. Fatta di apparenze e convenevoli che sono destinati a inciampare al primo gradino un po’ più alto.
“C’è, secondo me, un occulto legame tra il raccapriccio che il bambino adulto ha prodotto spargendo sangue e la confusione creata dall’urina dell’adulto bambino. Due barbari, uno bambino, l’altro adulto, infiltrati nelle nostre vite domestiche, suscitano un satirico scoppio di risa, come due cantori in un contrappunto. Se chiudo gli occhi e tendo le orecchie, se lascio scorrere tutti rimproveri, le apprensioni, gli insulti, i pettegolezzi, le rese dei conti, le contrattazioni triviali, mi sembra quasi di sentire quella risata segreta che ci solletica all’interno.”
Ma chi è il barbaro che ha fatto lo scempio? Probabilmente noi. Probabilmente chiunque cerchi di alterare il nostro stato di quiete, apparente o reale che sia, chiunque rompa un equilibrio magari già precario. È barbaro tutto ciò che ci sposta senza che siamo noi a chiederlo. Eppure, in quanto umani troppo umani, come scriveva Nietzsche, non sappiamo stare disgregati troppo a lungo, né da noi stessi né dagli altri. E allora ci lasciamo rabbonire da una serata al bingo, da un bicchiere di brandy offerto su un molo insieme a due chiacchiere, da una canna fumata in compagnia di notte su un tetto. Almeno fino alla prossima pipì.
Laura Franchi