La ragazza che voleva diventare una geisha di Isabelle Artus
“Esistono dei momenti particolari in cui la traiettoria seguita da una persona si suddivide in più vie: solo una si realizzerà ma tutte sono possibili.”
Leggere questo romanzo per me è stato un po’ ripercorrere l’inizio del mio amore per il Paese del Sol Levante. La ricerca della perfezione e dell’armonia, attraverso le storie di personaggi che, più di altri, ne hanno saputo raccontare: le geishe e i samurai. Una passione che mi ha portata negli anni a leggere e accumulare diversi testi che ne narrano le vicende storiche e mitologiche. “La ragazza che voleva diventare una geisha”, è il primo romanzo di Isabelle Artus (Baldini+Castoldi, pp. 282, euro 18), nel quale l’autrice, in uno stile anche ironico ma preciso e ricco di dettagli, racconta la storia d’amore tra una giovane donna e un giovane uomo, entrambi francesi, che della ricerca della propria identità ne hanno fatto uno stile di vita.
Pam e Thad sono due ragazzi fuori dal comune, sin da piccoli con un’idea fissa, perseguita con determinazione e perseveranza: diventare lei una geisha e lui un samurai. Thad, in un pomeriggio lasciato solo davanti alla TV, grazie al suo interesse, prima per James West, di Selvaggio West, e poi per Josh Randall, cowboy anche lui ma con un gran cuore e, infine, per il mitico John Wayne, aveva capito cosa avrebbe fatto della sua vita: sarebbe diventato un cowboy, o un mercenario, o addirittura un cacciatore di taglie; si sarebbe messo al servizio di chi lo avesse pagato, immaginandosi capace di fare qualsiasi cosa, per una giusta causa. Da qui, nei pochi anni che occorrono dall’adolescenza all’età adulta, Thad si era trasformato in un giovane uomo alla ricerca del samurai che, ne era convinto, aveva già dentro di sé. Pam, invece, viveva già da piccolissima un’attrazione innata per tutto ciò che era naturalmente aggraziato e infinitamente elegante, anche se quella sensazione insita di ricerca dell’armonia, non trovava sbocco nella realtà che la circondava, almeno finché non ebbe modo di leggere Memorie di una geisha; allora tutto divenne chiaro: sarebbe diventata lei stessa una geisha. “Al mondo che corre a tutta velocità e che spesso finisce per schiantarsi contro un muro, le geishe contrapponevano la conservazione delle tradizioni e del sapere, la lentezza e la perfezione della realizzazione”. Anche lontane mille miglia, due persone così erano desinate a incontrarsi. E, infatti, Pam e Thad non solo si incontrarono, ma si riconobbero. Riconobbero, l’uno nell’altro, lo stesso amore per la ricerca della propria identità, la stessa tenacia nel perseguire ognuno il proprio sogno. Erano fatti l’uno per l’altra, non vi erano dubbio. Due persone così, insieme, avrebbero percorso quel sentiero che porta alla realizzazione di sé stessi attraverso la comprensione del proprio vero io.
Isabelle Artus, oltre a regalarci una visione approfondita dell’universo delle geishe, delle tradizioni che le raccontano come creature di ineguagliabile sensibilità, spazia con la scrittura accennando anche a momenti di delicato erotismo, che ben si addicono all’interno di un romanzo come questo. Ne “La ragazza che voleva diventare una geisha”, troviamo ben esplicitata anche la figura del maestro, che nel Giappone, antico e non solo, è di fondamentale importanza quando si decide di intraprendere un cammino di consapevolezza, con l’obiettivo di formare una propria salda identità. Un romanzo che è come un fiume, a volte lieve e silenzioso, per poi scorrere più veloce in prossimità di una cascata, così l’autrice ci accompagna, pagina dopo pagina, a conoscere i tanti detti e riti del Paese del Sol Levante, utilizzando la forma del romanzo per meglio imprimere dentro di noi concetti a volte molto distanti dalla nostra realtà. E così, attraverso una storia d’amore e di azione, conosciamo usi e costumi di un mondo lontano e affascinante. E apprendiamo l’antica arte della perseveranza, così importante per un samurai; così fondamentale per una geisha. E, spesso, così distante da noi. Perché una cosa è certa: non tutto è virtù innata, spesso bisogna costruire, passo dopo passo, il proprio carattere, aggiungendo là dove manca, perseverando nell’applicazione. Solo così avremo la possibilità di realizzare i nostri sogni, i nostri desideri impossibili. Solo con una determinazione invincibile di fronte a qualsiasi ostacolo, potremo perseguire fino in fondo il percorso che abbiamo scelto.
Letizia Chippari