“La pulce nell’orecchio”: L’esplosivo debutto, al Piccolo di Milano, del raffinato vaudeville di Feydeau per la divertita regia di Carmelo Rifici
“Un, due, tre! All’erta gli elefanti in piedi saltino le pulci avanti attenti, passa il domatore”
Vinicio Capossela, I pagliacci
La geniale rilettura e l’adattamento di Carmelo Rifici e Tindaro Granata di “La pulce nell’orecchio” di Georges Feydeau ci regalano uno spettacolo trascinante e intenso, tanto divertente quanto appassionante per la sua caotica ma perfetta imprevedibilità. I nostri due eroi ci regalano, grazie a un cast di attori magnifici e altrettanto eroici nell’interpretare i loro personaggi (in molti casi più di uno) con incredibile precisione e stoico impegno fisico, mettendosi in gioco all’interno di un meccanismo a orologeria inappuntabile, quello di Feydeau, che Rifici sceglie di ambientare in una sorta di morbido playground gigante fatto di elementi colorati di gommapiuma grandi e piccoli, teoricamente comodo e rassicurante ma invece pieno di pericoli e insidie.
La storia in sé ci appare come una commedia degli equivoci perfettamente calibrata i cui personaggi annoiati, alcuni più alcuni meno, e borghesi, alcuni più e alcuni meno, indagano per scoprire i segreti altrui o quelli propri; ma non sarà sicuramente il racconto della vicenda, o la descrizione dei suoi singoli personaggi, o lo stupore di fronte a una scenografia viva, giocosa e geniale, a mettervi “la pulce nell’orecchio” e a darvi il senso profondo del “perché questo spettacolo va visto”…
Il vero, grandissimo merito di questo riuscitissimo adattamento, e quindi dei nostri eroi Rifici e Granata, è di rendere trasparente davanti a noi la superficie esterna perfetta creata da Feydeau, comunque fondamentale, consentendoci di sbirciare, per chi vuole, al suo interno e così di scoprire che “sotto” esistono altri e diversi piani di lettura. Come avveniva nel Circo delle pulci, sta a noi decidere se guardare lo spettacolo “da fuori”, divertendoci comunque un mondo, o piuttosto prendere la lente di ingrandimento per andare a vedere se “dentro” le pulci ci sono davvero e magari riconoscere in esse, nelle loro azioni, i nostri stessi turbamenti.
Quella che va in scena davanti a noi è una grande giostra delle relazioni e degli equivoci, dei desideri espressi e di quelli repressi, i più nascosti, delle cose dette e di quelle non dette, di verità presunte o inconfessabili, di lingue comprensibili o incomprese, di parole espresse o ingoiate, che nei meandri delle cavità interiori s’imbevono di poesia e significato, tra routine consolidate e trasgressione convenzionale, quotidianità borghese e incursioni della surrealtà; una giostra che gira, gira, gira, sempre più vorticosamente, svelandoci i diversi punti di vista dei personaggi fino alla catarsi finale. È la vita che esplode, nonostante o forse per merito di un sottile senso di morte incombente; è il “dietro” che bussa per uscire, per venire in primo piano.
Le pulci, davvero strepitose, sono, oltre al già citato Tindaro Granata (il suo dolcissimo Camillo vi lascerà senza parole), Fausto Cabra, Alfonso De Vreese, Giulia Di Renzi, Ugo Fiore, Christian La Rosa, Marta Malvestiti, Marco Maravacchio, Francesca Osso, Carlotta Viscovo, Alberto Pirazzini, Emilia Tiburzi. A guidarle è un Domatore mai prima così divertente e divertito, che sprezzante del pericolo si cimenta in un numero assai ardito e per lui inedito come questa magnifica commedia di Georges Feydeau.
E allora… allora un, due, tre, tutti in piedi: passa il Domatore e sono solo applausi, applausi, applausi.
A. B.
Fotografia di Luca Del Pia
“La pulce nell’orecchio” è andato in scena al Piccolo Teatro di Milano dal 14 al 26 novembre.