LA PARANZA DEI BAMBINI al Teatro Kismet di Bari
“Hanno ali tatuate sulla schiena. Sfrecciano in moto contromano per le vie di Napoli perché sanno che la loro unica possibilità è giocarsi tutto e subito.
Non temono il carcere né la morte. Sparano, spacciano, spendono. Sono la paranza dei bambini”
Sabato 28 e domenica 29 ottobre al teatro Kismet di Bari abbiamo visto in scena “La paranza dei bambini” tratto dall’ultimo e omonimo libro di Roberto Saviano.
Il termine “Paranza” ha origini dal gergo marinaro, ovvero si riferisce a un tipo di pesca che si svolge nelle ore notturne, quelle in cui i pesci abbandonano i fondali e le tane, facilitata dall’uso di grosse lampade che attirano il branco. Ispirandosi alla realtà, Saviano ha voluto descrivere il nuovo fenomeno sociale e criminale che si sta diffondendo tra la malavita napoletana, ovvero gruppi criminali formati da ragazzini giovanissimi, veloci e violenti protagonisti di queste nuove faide, per dividersi quartieri e guadagni.
Ne “la paranza”, scritto a quattro mani con Mario Gelardi – che ne cura anche la regia – prodotto da Mismaonda con Marche Teatro, e in collaborazione con Amref, Nuovo Teatro Sanità, i bambini non sono solo resistenza o semplicemente teatro, loro sono il nucleo intorno al quale si costruisce un presente reale, che si può toccare vedere e ascoltare. Un futuro che si può immaginare. Loro sono voci che sovrastano urla, sono mani tese.
E proprio da loro è nato lo spettacolo, in un piccolo spazio d’arte che conta tantissimo alla Sanità, è nato da quel rione da cui provengono gli attori – Vincenzo Antonucci, Luigi Bignone, Carlo Caracciolo, Antimo Casertano, Riccardo Ciccarelli, Mariano Coletti, Giampiero de Concilio, Simone Fiorillo, Carlo Geltrude, Enrico Maria Pacini – quegli stessi ragazzi che il regista Gelardi ha coinvolto nel teatro trasmettendo loro una passione e forse anche un mestiere.
“Solo loro possono trasformare in corpi, volti e voci le mie parole” dice lo stesso Saviano. E in questo modo il romanzo diventa uno spettacolo teatrale che racconta una verità cruda, violenta, senza scampo dove i protagonisti creano una loro comunità che impone regole feroci per perdere l’innocenza e diventare grandi.
Dopo la felice esperienza dello spettacolo ‘Gomorra‘, Roberto Saviano e Mario Gelardi si uniscono di nuovo in questo progetto teatrale per raccontare la controversa ascesa di una tribù adolescente verso il potere, pronta a piombare nel buio della tragedia di una società criminale, vista da questi ragazzi allo sbando, come modello da imitare a cui ispirarsi per un’ascesa sociale che rimanga impressa.
Sono sfrontati, i ragazzi della paranza, guidati dal Marajia – leader carismatico che riesce a tenere unito il gruppo attraverso l’esaltazione dei soldi e della violenza – sono ragazzini di undici, quindici anni e vivono come mossi da una furia, in una dolorosa assenza di gioia infantile. Maraja, Pesce Moscio, Dentino, Lollipop, Drone minacciano, maneggiano le armi, sparano. Sono baby boss: piccoli animali violenti che vogliono trovare il proprio posto nel mondo subito, anche misurandosi, sfrontati e strafottenti, con la morte.
Dalla semplice scenografia, mobile, asettica e fredda come il ferro che la regge, traspare un carico emotivo forte che sbatte in faccia questa realtà che scorre veloce; cosi come la musica e le luci che incalzano nei momenti di violenza e di forte impatto emotivo.
Una trascrizione fedele di quello che spesso si vuole evitare di vedere, di spari che non si vogliono sentire e di morti che non si vogliono indagare.
LA PARANZA DEI BAMBINI
di Roberto Saviano e Mario Gelardi
Un progetto Nuovo Teatro Sanità
in partnership con AMREF
Scene: Armando Alovisi
Costumi: 0770 di Irene De Caprio
Musica: Tommy Grieco
Luci: Paco Summonte
Aiuto regia: Irene Grasso
Annarita Amoruso