La panchina e i ricordi di Ombretta Calco
Milvia Marigliano è OMBRETTA CALCO, già sulla scena del Teatro Elfo Puccini di Milano quando gli spettatori entrano in sala, sdraiata su una panchina, a dormire, con un vestito sgargiante color Tiffany, con le scarpe dai tacchi alti, dello stesso colore, posate lì vicino.
Sembra quasi che il testo, scritto da Sergio Pierattini e con la regia di Peppino Mazzotta, sia il sogno di quella donna che, dopo un attimo di buio, troviamo invece seduta, accaldata, in una giornata afosa di luglio, che rivive con il pubblico alcuni momenti della sua vita. Le sue conversazioni al telefono, i confronti, le preoccupazioni, i dubbi.
Una donna di mezza età che si interroga sulla vita e di quanto sia strana perché, magari in un altro giorno, in un’altra stagione non sarebbero successe le stesse cose. Magari se lei fosse tornata in autobus invece che a piedi, forse sua madre non sarebbe caduta e non sarebbe finita in ospedale.
Tanti i ricordi di questa donna che si difende da tutto e da tutti, che non riesce a subire e a stare zitta, si alza, si mette le scarpe, mette tutti in riga. Una donna che però rimane ancorata alla panchina dove il marito l’ha lasciata, ancorata alla sala d’aspetto, in ospedale, mentre attende che il primario le vada a dare notizie della madre.
Un monologo intenso, a più voci anche se l’attrice è solo una, perché il pubblico, grazie a lei, vede ogni personaggio, ogni reazione, come un osservatore sospeso, come quell’alberello scenografico che domina a fianco della panchina senza toccare terra.
Roberta Usardi
SALA BAUSCH | 7 – 12 NOVEMBRE 2017
MAR-SAB: 19:30 / DOM: 15:30
OMBRETTA CALCO
di Sergio Pierattini
regia di Peppino Mazzotta
con Milvia Marigliano