“La nave dei vinti” di Leonardo Gori al Libraccio – IBS Di Firenze
Sala centrale gremita, al Libraccio – IBS di Firenze in Via de’ Cerretani, per la presentazione dell’ultimo romanzo del ciclo di Bruno Arcieri dell’autore fiorentino Leonardo Gori, “La nave dei vinti”, pubblicato da Tea Libri. Insieme all’autore il collega scrittore Marco Vichi e lo storico Filippo Focardi. Ad accompagnare l’evento, musiche in tema anni ’30 eseguite da Letizia Fuochi (voce) e Frank Cusumano (chitarra).
Una scenografia particolare ha accolto i tanti ospiti (così numerosi che in molti hanno assistito in piedi): a un lato del tavolo degli oratori uno schermo in cui scorrevano le immagini di un video illustrativo del romanzo, con foto d’epoca e la voce narrante di Sandra Tedeschi; all’altro i musicisti le cui canzoni si sono alternate alle letture ed agli interventi dei protagonisti; sullo sfondo le copertine “nude” di tutti i libri Tea del ciclo di Arcieri, gli acquerelli di Francesco Chiacchio. La prima lettura introduce alle atmosfere del romanzo e le note di “Lili Marlene” sfumano con grande suggestione dalla carta alla sala. La presenza della voce swing della nipote di Tina Allori che canta i brani scelti insieme a Gori (per ultimo quello di “Ma l’amore no”) esprime sia l’importanza che la musica ha per lui – stralci di canzoni sono spesso inseriti nei suoi libri – sia quella che ha per questo noir in particolare. Vi si racconta, infatti, anche dei musicisti italiani che facevano la spola tra Europa e Stati Uniti, imbarcandosi sui transatlantici come il Rex, e portando in Italia il Jazz, la musica dei sogni. Con la prima domanda di Vichi a Gori ci si immerge completamente nel romanzo, dove troviamo il confronto tra i due Arcieri, quello del 1970 e l’altro di trent’anni più giovane che si trova ad indagare sulla nave, carica di profughi della guerra civile spagnola, attraccata al porto di Genova. Due uomini completamente diversi, tanto che il vecchio si trova a chiedere al sé stesso carabiniere rigido e impettito, come ha fatto a cambiare, cosa lo ha portato a diventare ciò che è in quel momento. Da una partenza di due o tre flash forward la scrittura ha “chiamato” la mano dell’autore, che ha così creato una visione di profondità prospettica, dove l’umanità di Arcieri e la sua evoluzione psicologica si sono dipanate.
Gori ha poi spiegato come il suo intento sia diventato quello di creare una sorta di un unico romanzo a puntate dove, insieme a una storia che inizia e si conclude, ce ne sia un’altra che percorre tutti i libri. Infatti, “La nave dei vinti”, svolgendosi in pratica su due linee temporali, è in continuità sia con “L’ultima scelta”, poiché come indica una nota dell’autore, il libro inizia continuando la scena con cui è terminato quello precedente, che con “Nero di maggio” (rieditato da poco) ambientato nella Firenze del 1938. Proprio questa ripubblicazione lo ha portato a riflettere sul fatto che forse aveva dell’altro da raccontare e così è stato. La serialità, spiega l’autore, riporta anche a un’altra sua grande passione che è quella per il mondo dei fumetti: anche qui il protagonista cambia in qualche modo negli anni, a volte con scelte casuali, della cui logicità si viene a conoscenza in un secondo momento. È dal mondo editoriale in toto, libri di storia e fumetti quindi, ma anche e soprattutto riviste, che Gori afferma, rispondendo poi a una domanda del professor Focardi, di trarre le sue fonti: preziosissime ad esempio le lettere al direttore delle lettrici de “Le grandi firme” da cui si viene a conoscere in modo profondo ciò che era la vita ed il pensiero della gente comune. E così fa affiorare e raccontare fatti rimasti nascosti o “rimossi”, perché spesso scomodi. Vicende, come il “Patto Molotov” del 1939 fra l’Unione Sovietica comunista e la Germania nazista con tutte le ripercussioni dovute al protocollo segreto. L’autore racconta fatti dolorosi della storia osservata con gli occhi di Arcieri, che non essendo ancora un alto ufficiale, la vede con lo stupore dell’uomo comune.
Spiega poi come nei libri del Bruno “anziano” prevalga la parte emotiva sulla trama complessa, tipica dei primi romanzi e che ne “La nave dei vinti” abbia trovato una sorta di via di mezzo: in tutti, sottolinea Vichi ci sono tre storie, quella dell’Italia, quella della vicenda del romanzo e quella personale del protagonista. Un lavoro di amalgama complesso da domare! Ma in tutti i libri, anche se la storia narrata si conclude, c’è sempre qualcosa che rimane in sospeso, il viatico per una nuova avventura… Leonardo Gori, a chiusura dell’evento, saluta gli appassionati lettori anticipando quella che sarà l’ambientazione del prossimo in lavorazione: i mesi di non belligeranza tra la fine del ’39 ed il 1940. Perché… come ha affermato prima dell’inizio della presentazione rispondendo alla nostra domanda se sia così affezionato ad Arcieri da non riuscire a smettere di scrivere le sue storie: “Non vale soltanto per i lettori. Io ho proprio voglia di raccontare ancora di lui!”.
Francesca Padula