“La mia sola libertà”: il nuovo disco di Giulio Cazzato

Torna con un nuovo album il cantautore di origini salentine Giulio Cazzato, si intitola “La mia sola libertà” ed è uscito il 6 maggio per You Can’t Records. Questo nuovo lavoro discografico è stato anticipato dal singolo “Rimarrai poesia”, composto, come tutti gli altri brani, dallo stesso artista. Hanno collaborato durante la registrazione Davide Lasala (batteria, basso, chitarre, percussioni, piano) e Andrea Fognini (synth) presso Edac Studio.
Iniziamo dalla copertina del disco, che evoca un’immagine di libertà: un disegno in cui l’artista è disteso sopra il cielo, di un colore verde acqua, perché in realtà è un mare che ospita pesci dorati, e in cui il senso di libertà arriva forte, così come il lasciare andare le cose. Sotto all’immagine fluttuante si vedono i contorni di un città. La copertina preannuncia i contenuti e la fluidità sonora che caratterizza questo disco fin dalle prime note. Il sound è prettamente rock melodico, evocativo e intenso, a tratti influenzato dal pop, ma sempre caratterizzato da melodie interessanti. La voce di Giulio Cazzato, nella sua limpidezza, forma un binomio funzionale con lo stile di ogni brano, che a volte, nei suoni, è altrettanto limpido, a volte ruvido. Andiamo più nel dettaglio.
“Come me” è un brano rock che convince fin dai primi accordi, con strofe e ritornello dalla melodia ammaliante; notevole l’assolo che porta il brano alla conclusione. “Vivi, sconvolgi, passi e vai, ridi, ti pensi, rimpiangerai, mettiti in fila, il tuo turno non arriverà”.
“Indietro mai più” è una ballata rock fluida che incita ad andare avanti insieme a chi si ama, messaggio amplificato dalla melodia e dall’arrangiamento che trasmette un senso di libertà verso il futuro “adesso prendimi per mano, staremo insieme se non crolliamo e ancora insieme se poi ci amiamo a vivere dove ci pare”.
“Estate torna in fretta” graffia subito con il riff potente di chitarra, che mantiene un bel mordente per tutto il brano; il testo chiede di poter rivivere l’estate, la bella stagione con le giornate più lunghe e luminose: “risposte alle mie domande come sempre non ne ho, so solo che guardando il cielo il sorriso ritroverò”.
“La mia sola libertà” è un brano che mescola la melodia di una ballad a un ritmo essenziale nelle strofe e avvolgente nel ritornello, in cui la vena rock diventa più incisiva; il testo parla di ricordi “era solo un momento fa, guardare il tuo viso era la mia sola libertà”.
“La tua abitudine” è un brano che vira verso il pop, con una melodiosità placida che rimanda al concetto di abitudine, quella riferita alle dinamiche di una storia d’amore oramai finita: “ancora a testa in giù mi pesa di più questa mania che ho di te, la tua abitudine”.
“Rimarrai poesia” è un altro brano con influenze pop e con la presenza di archi a infondere un tocco di poesia; il testo si occupa di descrivere un momento problematico, in cui l’altro rimane presente e ben visibile anche se distante: “se mi volto adesso non andrò più via, preferisco andare, rimarrai poesia, nonostante la tua luce che mi dai, sono nel buio ormai”.
“Nuovo respiro” è una canzone che da ballata si trasforma a poco a poco in brano ruggente grazie a un climax sonoro che cresce, con un ritmo di marcia e un riff di chitarra che accoglie una melodia sofferta e un’interpretazione ricca di pathos: “sentirsi leggeri e sembra tutto finito, finito il buio a un nuovo respiro, la luce arriva allora spegni anche tu”.
Un disco che vale la pena ascoltare.
Roberta Usardi
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