“La Malaluna” – Il primo romanzo di Maurizio Mattiuzza
“La campagna friulana è intrisa di gelsi. Sono dappertutto, nei cortili, lungo i viottoli, sui confini stesi a dividere una piccola proprietà, da un’altra più piccola ancora…”.
Giovanni Sbaiz è chiamato Lontananza dagli altri, “un soprannome che fa male all’anima”. Questi altri sono i soldati in guerra contro gli americani. Sono gli anni ’40, “e da bestemmiare, in quei giorni degli anni Quaranta, ce n’era. Eccome se ce n’era. Ovunque ti voltassi non sapevi più quale santo pregare”. Comincia così “La Malaluna” (Solferino, 2020, pp. 252, euro 17), ma Maurizio Mattiuzza fa subito un lungo passo indietro verso la prima guerra, nel 1917, quando l’esercito italiano, sconfitto a Caporetto vede la fuga di migliaia di profughi friulani, tra cui Luisa Sbaiz e i suoi tre figli, due dei quali si disperderanno al passaggio del ponte sul Tagliamento, giusto oltre Casarsa.
“Mari mari, pridi me gledat, ven a cjolinus ti prei”.
Al rientro dal fronte, Tin Sbaiz, marito di Luisa, torna a casa, ma dovrà arrivare fino in Toscana per riuscire a ritrovare e a riunire tutta la sua famiglia. Dopo molte peripezie, riescono a rientrare in Friuli, dove dovranno scontrarsi con le decisioni del fascismo, che tra le sue mire ha quella di annullare la cultura slovena. Ed eccoci al 1940, quando il maggiore dei figli di Luisa e Tin, Giovanni appunto, sarà chiamato a combattere e dovrà partire per Gela, in Sicilia. E prima di partire farà una promessa a suo padre, una promessa difficile, che riuscirà però a mantenere. E poi Malaluna, “un nome che pare un presagio e invece in certi momenti ti dilaga proprio in mezzo al cuore”.
Maurizio Mattiuzza, scrive una saga familiare lunga due guerre, una saga che è un vero e proprio patrimonio della narrazione orale, la testimonianza di un’intera famiglia, la sua. Un libro che parla e che racconta, che torna indietro e ritorna al suo presente con un ritmo incessante ma pacato, il ritmo di chi ha in sé la consapevolezza di ciò che è accaduto e delle sue conseguenze adesso. Un libro che conosce bene i suoi personaggi, che li descrive per come sono realmente nelle loro vite e di come, nelle loro vite, difendono la loro appartenenza culturale e territoriale. Un libro che parla della guerra, che segna, distrugge e cambia le sorti. Non di uno solo, ma di tutti coloro che di quella guerra hanno sentito e continuano a sentire l’eco.
Marianna Zito