La magica invenzione di “Natale in casa Cupiello” al teatro Kismet di Bari
In occasione dei 90 anni dell’opera teatrale più riuscita del grande maestro Edoardo De Filippo, “Natale in Casa Cupiello”, la compagnia teatrale Teatri Associati di Napoli, in collaborazione con l’associazione culturale Interno5, ha dato nuova linfa al capolavoro eduardiano, conferendoli una veste innovativa e straordinaria che è resa non solo dalla magistrale professionalità dell’unico attore in scena Luca Saccoia, ma anche dalla sofisticata regia di Lello Serao .
Uno spettacolo in tre atti – in scena il 3 dicembre al Teatro Kismet di Bari – fedelissimo a quello originale, dove la scena del primo atto è scandita dal canto natalizio napoletano “Quanno nascette Ninno” scritto da sant’Alfonso Maria Liguori da cui deriva il famosissimo canto “Tu scendi dalle stelle”. Nella scena, in penombra, compaiono man mano delle figure come una natività: una pecora, il bue, l’asinello, un letto e una porta; il tutto visibile solo attraverso un grande fondale in tela, che ricorda molto un calendario dell’avvento, poiché da ogni piccola finestra appaiono i vari personaggio a interagire con l’attore.
Lo spettatore rimane estasiato dalla messa in scena che risulta essere audace e magica, poiché i vari personaggi dell’opera vengono rappresentanti da dei burattini minuziosamente costruiti dalle sapienti mani di Tiziano Fario, curatore delle scene del primo atto, che termina con il riflesso di tutta la macchina teatrale che ha tenuto incollato lo spettatore, svelando piccole carrucole, travi, pali, assi e i vari ingranaggi dei burattini.
Tuttavia nel secondo atto la maschera è tolta, i burattini sono animati da persone in carne e ossa che entrano in scena completamente vestiti di nero. Si tratta di tre ragazzi e tre ragazze provenienti da un laboratorio che si è effettuato nel quartiere napoletano di Scampia, un gruppo istituito e coordinato da Irene Vecchia, a capo di un laboratorio di formazione aperto ai giovani del territorio, svoltosi con il sostegno della Fondazione Campania dei Festival nell’ambito della rassegna “Quartieri di Vita” 2020.
I manovratori donano movimento a tutti i personaggi e anche a Lucariello che nel primo atto è interpretato dall’attore Luca Saccoia. Il capofamiglia si trasforma anche lui in burattino e l’attore napoletano presta la voce a tutti gli altri personaggi del capolavoro eduardiano, conferendo vivacità e grande ironia alla scena più famosa quella dei tre re magi che portano i doni a Concetta, moglie di Luca Cupiello.
Generazioni a confronto che si interrogano sull’importanza della costruzione del presepe, simbolo di qualcosa di ormai sorpassato, antico e addirittura inutile. Orgoglio e motivo di vanto per il capofamiglia, al contrario per il figlio di Luca Cupiello, Tommasino, rappresenta una tradizione superflua e evitabile.
La serenità non caratterizza casa Cupiello e il suo capofamiglia ne rappresenta tutte le contraddizioni e la voglia di essere visto, amato per quello che è e non per quello che si appare. Nella sua persistente domanda “Te piace o’ presepe?” si cela una forte richiesta di aiuto, richiesta di essere semplicemente amato ed essere felice. Edoardo De Filippo ancora una volta ci insegna che bisogna sempre guardare oltre a ciò che sembra naturale e spontaneo, come fare un presepe per Natale.
Lucia Amoruso