“LA LINGÈRE D’ACQUAVIVA” DI RITA AMABILI-RIVET
“In verità io vi dico, dice Gesù a proposito di coloro che soffrono: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me” (Mt 25,40).
“La lingère d’Acquaviva” (Effatà Editrice, pp.394, euro 18,00) di Rita Amabili-Rivet è un romanzo storico ambientato ad Acquaviva di Picena tra il 1234 e il 1241, periodo in cui vediamo l’intreccio della vita di alcune donne le quali, insieme, riescono ad alzarsi e ritrovare una fierezza perduta. “Gesù slega la donna da una realtà opprimente per riconsegnarla alla sua dignità di <<figlia di Abramo>>” la sua è una liberazione della propria condizione che la vuole mortificata e piegata. Rialzatasi può riacquistare dignità.
Una contadina, una monaca, una castellana, una pinzochera, una prostituta, una ragazza musulmana e altre ancora sono le protagoniste di questa avvincente storia, dove vita quotidiana si mescola con avvenimenti sociali, segnati da ingiustizie e prepotenze e con pratiche di devozione e di cura che coinvolgono crociati e presunte streghe, poetici trovatori e “pinzochere”, che al tempo venivano chiamate “beghine”; il romanzo si sofferma molto su queste donne, laiche libere e colte, vestite con poveri panni beige per le quali la Bibbia non era testo da studiare ma parola viva che interroga il presente e risponde alle sue sfide.
“Le donne hanno un ruolo importante da svolgere per dire Dio nel mondo. E sono convinta che Gesù è sul tuo cammino ogni volta che lo chiami. Se lo ascolti, ti dirà ciò che si aspetta da te”. Loro erano “Frau Minne”, Signora Amore. Cristo era nel volto delle persone in difficoltà che incontravano lungo il loro cammino.”A volte – dice – la sofferenza diventa fonte di amore. Mio figlio Fiorentino ha vissuto qualcosa del genere. Abbiamo sentito parlare di Gesù, ma non lo vediamo. Lo crediamo lontano, eppure cammina con noi. Non so come dirlo, ma se gli lasciamo il posto, lui è qui”. La nascita e la morte della vita di Gesù viene vista dalle pinzochere come la gioia e il dolore della maternità, poco rappresentati dagli uomini di Chiesa, diventano i tratti caratteristici di tale spiritualità femminile. I loro insegnamenti si presentavano come nutrimento spirituale. Quest’arte di comprendere ed esprimere le realtà spirituali meglio degli uomini dotti portò le “beghine” ad essere sospette al clero, i quali le vedevano come una minaccia per l’autorità gerarchica. Erano quindi indotte alla clausura stretta.
Il libro si apre con la descrizione dei personaggi. Ogni capitolo ha come incipit un canto rispettivamente dell’Inferno, Purgatorio e Paradiso di Dante Alighieri. È diviso in tre parti suddivise, a loro volta, in 27 capitoli. “Dio non è un mago – Spesso crediamo che intervenga nella nostra vita per cambiare ciò che non va o per migliorarne la sorte. Ma se agisse così, noi non potremmo più fare vere scelte. Dio ci ama e ci lascia liberi”. Rita Amabili-Rivet, nata nel 1954, è teologa, infermiera, scrittrice e poetessa canadese francofona di origine marchigiana. I suoi scritti parlano di compassione, di fede, di femminismo, di immigrazione e di diritti umani. Il romanzo è stato tradotto in italiano da Cristiana Santambrogio, la sua passione è quella di far circolare significati fra mondi diversi. Effatà Editrice nasce, invece, nel1995 con l’intento di offrire libri che aprono la mente e il cuore. Un romanzo, questo, che tocca l’anima. Storie di amori, sofferenze, cadute. Il fulcro principale è l’unione di queste donne che vince su tutto e insieme: con l’amore di Dio ci possiamo sempre rialzare, basta crederci.
Sara Abbatiello