“LA GIRANDOLA E ALTRI RACCONTI” DI ERIC STENBOCK
Eric Stenbock morì nel 1895, all’età di trentacinque anni. Vissuto nel pieno dell’età dell’estetismo del decadentismo, inebetito dall’uso massiccio di alcol e droghe, di Stenbock restano poche opere pubblicate e un successo postumo che non ha mai raggiunto il livello dei coevi più conosciuti.
A portare in Italia alcuni dei suoi racconti inediti ci pensa Stampa Alternativa con la traduzione e la cura di Paolo Orlandelli. “La girandola e altri racconti” (Stampa Alternativa 2018, Collana Fiabesca, pp. 192, euro 14)è un libriccino delizioso in cui sono presenti temi classici di certa letteratura di fine Ottocento (la donna misteriosa e perduta, ad esempio) e altri che potrebbero rientrare in quell’atmosfera weird che avrebbe dato dei capolavori solo pochi anni più tardi (anche se “Grande Dio Pan” di Arthur Machen era stato pubblicato solo cinque anni prima).
Molti personaggi, questa una delle originali particolarità della raccolta, tornano in più racconti, a volte protagonisti, alle volte comprimari. E ancora: un racconto, “La mazurca dei morti viventi” scritto in forma di testo teatrale, in cui durante un ballo in maschera, la mazurca del titolo, si svelano i protagonisti di una antica maledizione a perpetuare un ballo eterno. Come nota Orlandelli, lo stile di Stenbock è pulito, di non semplice costruzione narrativa; racconti della maturità, dunque, seppure mai pubblicati in vita dall’autore, che invece regalò all’amico Norman O’Neill, giovane compositore, col quale manterrà l’amicizia fino alla morte.
“La girandola e altri racconti” è un libro da consigliare a chi ama la letteratura del mistero e non solo. Perché il fascino del decadentismo, dell’uomo che cammina labile sul confine tra vita e morte e sogno, non ha ancora smesso di sussurraci nelle tenebre.
Giovanni Canadè