La femminilità all’epoca della belle époque a Pieve di Cento
Il periodo a cavallo tra ‘800 e ‘900 rappresenta un momento in cui lo sguardo si posa prepotente sulla donna: la femminilità si mostra in tutto il suo stile, si manifesta in tutta la sua forza aggraziata e la sua capacità di sedurre; il legame della donna con il nascosto, il segreto e l’oscurità mantiene fascino, grazia ed eleganza, nonostante l’inquietudine. Questi mille volti femminili si affacciano alla ribalta a volte sono impertinenti, a volte trasognate, a volte leggere e danzanti, a volte languide , a volte ironiche e caricaturali. La mostra è veramente colma di ogni possibile rappresentazione, dai ritratti alle numerosissime stampe dell’epoca, dai cartelloni pubblicitari ai disegni, dalle sculture ai vestiti, fino a frasi sui muri o a un video del famosissimo Moulin Rouge. Ci sono rappresentazione delle diverse pettinature, di ogni possibile accessorio della toeletta, riviste ironiche e ci sono richiami all’impegno politico femminile dell’epoca.
Si comincia con un ritratto di Giovanni Boldini che ci restituisce una donna raffinata, con un elegante cappello e un sorriso quasi sornione. Le donne sono uno dei temi preferiti dell’artista, che ne sarà un assiduo narratore tramite quadri e disegni. Superbi i sette peccati capitali disegnati da Willette, in bianco e nero, dove ogni quadro è un peccato e la donna è sempre in primo piano, a volte imbronciata, a volte impavida, dalle forme arrotondate ed equilibrate.
Tra le varie rappresentazioni esposte in mostra si ritrova spesso Diana, con uno svolazzante abito viola seduta sulla luna, scolpita con la braccia e lo sguardo rivolte al cielo oppure con il corpo teso nell’incoccare una freccia su un grande arco.
Giuseppe Palanti (pittore, pubblicitario, illustratore e scenografo dell’epoca) ci delizia con diversi dipinti di donne travestite: le immagini sono piene di colore e di movimento, le figure femminili sinuose non perdono la loro femminilità neanche lì dove sono travestite da animali.
Si arriva alla femme fatale, la donna trasgressiva, sensuale, quasi demoniaca. Le otto litografie del pittore Alberto Martini ci raccontano, con affascinante ed evocative immagini, tutta la passione che si sprigiona dal contatto fisico mediante le mani, le braccia, i seni, la bocca e, infine, i baci. E anche le parole di Pablo Neruda “E ti bacio la bocca bagnata dal crepuscolo” narrate sulla parete sembrano prendere una forma concreta.
E poi ci sono tutte le donne di Ludwig “Luzt” Ehrenberger – pittore di talento ma anche illustratore e pubblicitario – seminude e ammiccanti, vestite di rosso con pose provocatorie, abbigliate riccamente nell’alta società, che si guardano con fare vanitoso allo specchio.
Tutto nella mostra OMAGGIO ALLA FEMMINILITÀ DELLA BELLE ÉPOQUE. DA TOULOUSE-LAUTREC A EHRENBERGER – al Museo Magi ‘900 a Pieve di Cento – sa di donna, dell’incantevole femminilità che vuole mostrarsi e che si sprigiona da ogni dove.
Il museo è accogliente, gli spazi colmi di materiale, si potrebbe restare diverse ore e forse non si riuscirebbe ad osservare ogni cosa con la dovuta attenzione.
Inoltre, ci piace ricordare che, nello stesso museo, è conservato il cartone dell’imponente Guernica di Picasso, dal quale è nata l’opera capolavoro di Pablo Picasso. Le dimensioni sono praticamente quelle dell’originale, una sorpresa inaspettata.
Angelica Pizzolla