“LA DELICATEZZA DEL POCO E DEL NIENTE” – ROBERTO LATINI LEGGE MARIANGELA GUALTIERI
All’interno del festival Attraversamenti Multipli a Roma, nello “sconfinamento” della periferia del Quadraro, Roberto Latini – accompagnato dai suoni e dalle musiche di Gianluca Misiti – legge con voce e corpo le parole di Mariangela Gualtieri. Comincia così “La delicatezza del poco e del niente”, il percorso per quel luogo dove Latini riesce sempre a trasportarci: il confine tra il cielo e la terra, verso la bellezza.
Quella bellezza umana che parte dai movimenti del suo corpo prima rannicchiato e poi in piedi, sospeso; dal movimento delle sue mani che battono, si sollevano e si chiudono al ritmo delle parole. Assistiamo alla bellezza spirituale dell’uomo che si espande alla terra, all’universo fino ad arrivare a Dio, fino a meditare sul tempo che ci resta: “quanta nostalgia avremo dell’umano”, quando di noi resterà solo una scia di luce “ma non avremo le mani. Non potremo fare carezze con le mani. E nemmeno guance da sfiorare leggere”.
Quanta leggerezza nel corpo di Latini vestito di bianco, che per parlarci necessita di poco più di un metro quadro, in uno spazio chiuso, mentre sono le sue parole a esploderci addosso, invadendoci di armonia e di profumi, di primavera. E questa volta ci irradia cavalcando la poesia di una perla rara, quale è la poetessa cesenate. E insieme ci portano nell’umiltà dei versi, nella pochezza dell’uomo davanti alla vita, all’amore, al distacco, alla morte. La consapevolezza di tutto questo genera gioia, equilibrio, incanto, la delicatezza del poco e del niente che altro non è se non il principio dell’avvenire e mai la fine. Ci troviamo improvvisamente affacciati su un precipizio, il vuoto è il limite tra i compromessi e il fluttuare libero della nostra mente.
Marianna Zito