“La danza dei veleni – Il ritorno di Blanca” di Patrizia Rinaldi
Fin dalle prime pagine de “La danza dei veleni – Il ritorno di Blanca” (Edizioni e/o 2019, pp. 224, euro 16,50) capiamo di trovarci nelle bellezze della terra partenopea, grazie alle descrizioni di alcune tradizioni scaramantiche o ludiche e a quelle inflessioni caratteristiche, che riusciamo a percepire anche nello scritto, che danno una particolare musicalità alla lingua e che l’autrice Patrizia Rinaldi decide di mantenere, rendendola in tal modo una peculiarità del suo lavoro.
La protagonista di questo noir poliziesco è la già conosciuta detective ipovedente Blanca Occhiuzzi, motivo per cui le situazioni ci vengono descritte in maniera dettagliata e minuziosa, tanto da riuscire a immaginare anche le zone di luce e quelle d’ombra di questa Napoli del mistero. Una donna tenace e determinata, madre adottiva di Ninì, che conosce bene le strade da scegliere per lasciarsi le delusioni alle spalle. “Ho imparato il buio, posso imparare anche quello che non esiste più”. Dove non arrivano gli occhi arriva il suo istinto, i suoi pensieri, arriva il suo olfatto; infatti, dalle pagine trapelano odori aspri di paura e morte, odore di gente conosciuta, ma anche fastidiosi profumi di albicocche!
Blanca e i suoi colleghi – il commissario Martusciello, il simpatico e impacciato agente scelto Carità, Liguori e Micheli – sono alle prese con due indagini differenti tra loro: un traffico di animali illegali che arrivano dall’estero e che causerà la morte di due veterinari e, ancora, l’omicidio seriale di altre due persone, in luoghi differenti, in circostanze davvero strane e inusuali. Gli elementi e le soluzioni dei casi difficilmente riescono a intersecarsi tra di loro, a causa del malumore che regna in commissariato legato sia a storie di sesso e amore mai dichiarato sia a quella, a volte innata e continua, voglia di rivalsa sull’altro che pone sempre non pochi limiti. Si intromettono, inoltre, nelle indagini un piccolo e puzzolente Guaio – che arriva direttamente a casa di Blanca – e Amaltea Ornico, una buffa signora sulla settantina e più, madre di due cani, che vive all’interno di un multisala e frequentatrice assidua di uno studio veterinario e che, a modo suo, darà non pochi indizi; nel frattempo la storia si dirige verso altri personaggi, creando improvvisi colpi di scena che ci proietteranno in un regno esotico e, per alcuni, sconosciuto.
Marianna Zito