“La contessina Julie” al Teatro Out Off di Milano
Un’ampia scena aperta con un ring al centro e gli attori già in movimento: è questo il quadro che si presenta all’entrata in sala del Teatro Out Off di Milano. Ed è già chiaro che ci saranno dei combattimenti nell’adattamento e regia di Maurizio Schmidt del famoso testo di August Strindbeg “Signorina Julie”, che ha qui preso il nome di “La contessina Julie” (titolo originale Frøken Julie).
Durante la notte di San Giovanni, la festa di mezza estate, qualcosa succede nella cucina del castello del conte, quella cucina in cui vivono e si ritrovano i domestici, la cuoca Kristin e il suo fidanzato, il lacchè Jean, appena rientrato dopo aver ballato con la figlia del conte, la contessina Julie, che sembrava matta, su di giri. Ed è proprio lei a scandagliare l’equilibrio dei due servitori quando arriva all’improvviso a cercare Jean per un altro ballo. Forte è il confronto, tra donna dominatrice/padrona vestita da cavallerizza e munita di frustino e uomo preda/servitore, in cui il rango sociale detta le regole di un gioco, nonostante la contessina chieda a Jean di non considerarla diversa da lui. Julie è determinata, sfoggia apparente sicurezza e Jean non può non piegarsi ai suoi desideri. Kristin resta a guardare, rispettando la volontà di Julie, rispettando le gerarchie. Ma ben presto il gioco di potere diventa gioco di seduzione e poi ancora un gioco con il fuoco, pericoloso e imprevedibile. In sei round, scanditi da un gong e caratterizzati dal sottofondo musicale attento e ad effetto suonato dal vivo da Leonardo Ramadori, la vicenda di una notte cambia destini, desideri, scopre segreti, toglie maschere, scombussola ogni equilibrio mostrando quello che si cela davvero nel profondo dell’animo umano, quello che si radica e cresce, ma che si tiene dentro a tacere, la voglia di rivalsa, la voglia di amare e di essere amati, soppiantata però da rancori, dolori e decisioni estreme.
Una regia originale e dinamica quella di Maurizio Schmidt, e notevoli le interpretazioni dei tre attori in scena: Petra Valentini, una Julie poliedrica e fragile dietro al comportamento irruento, Lorenzo Frediani, che interpreta un Jean all’apparenza innocuo, ma pieno di sorprese e Emilia Scarpati Fanetti nel ruolo di Kristin, personaggio tutt’altro che passivo e l’unico a restare in equilibrio e a spuntarla davvero. Il testo di Strindberg si trova, all’inizio dello spettacolo, fisicamente al centro del ring e rimane punto di riferimento dei personaggi per tutta la durata dell’azione, venendo posizionato accanto a una clessidra che viene capovolta alla fine di ogni round. Le didascalie vengono recitate e costituiscono un elemento funzionale e a tratti deliziosamente ironico, che non intralcia nè il testo nè le azioni, ma le rende ancora più nitide. Uno spettacolo che, in quasi di due ore, non lascia andare mai l’attenzione dello spettatore fino all’ultimo gong. Da vedere.
In scena dal 2 al 6 ottobre al Teatro Out Off di Milano.
Roberta Usardi