LA CASA SUL BOSFORO: I RICORDI COME CANTO D’AMORE
È avvolgente l’inizio, come una favola, con la meraviglia della città brulicante di persone, inondata di sole, un sole sfacciato che guarda in faccia la gente, l’intreccio delle strade, i locali festosi. Ma come in ogni favola che si rispetti, ci sono i buoni e ci sono i cattivi e qui c’è il tiranno – onnipresente e crudele – che imprigiona e tortura. E allora, ti accorgi che non è una favola, ma il resoconto dettagliato di una pagina oscura del buio della ragione, della morte dei sentimenti di umana fratellanza, lontana da ogni umana pietà.
La Casa sul Bosforo (Fandango Libri, 2018) di Pinar Selek è un canto d’amore verso una città, verso la patria perduta, oltraggiata dai cingoli dei carri armati ma desiderosa di tornare a sognare, è lacrime e amore di due giovani coppie che nonostante tutto vivono la speranza di un risveglio di cielo azzurro. Seguiamo questo intreccio di sentimenti nell’arco di un ventennio, vivendo – da lettori – le speranze e i sogni della studentessa rivoluzionaria Elif , del musicista Hasan e quelli di Sema in cerca di se stessa e dell’apprendista falegname Salih. L’autrice Pinar Selek, sociologa turca e attivista per i diritti umani da anni costretta a vivere in esilio in Francia, ci offre una storia romanzata di avvenimenti oscuri e tristi con questo libro che vuole essere la testimonianza delle difficoltà degli abitanti di un paese bellissimo, precipitato nel 1980 nell’incubo di un colpo di stato e di una conseguente sanguinosa dittatura. La Turchia di Pinar Selek ma soprattutto il quartiere di Yedikule, carico di storia e di tradizioni che riesce a conservare la sua autenticità nonostante lo scorrere del tempo è, assieme ai vari personaggi, protagonista assoluta di questo romanzo che al di là di qualsiasi credo politico o religioso, al di là di qualsiasi ceto sociale etnia o razza di appartenenza, appassiona e affascina per la narrazione fiabesca e coinvolgente.
La Casa sul Bosforo è un canto di speranza, un sogno di libertà, un credo assoluto, la fiducia incondizionata che nonostante tutto ci sia sempre un angolo, una breccia nel muro della crudeltà e dell’oppressione da dove poter spiccare il volo verso un domani d’amore.
Francesco De Masi