Il 7 dicembre è uscito per RTF Records “Incondizionatamente”, il singolo di debutto solista di Donno, all’anagrafe Nicolas Donno, con annesso videoclip diretto da Oscar Serio. Il brano è stato scritto da Donno e prodotto da Sergio Quagliarella e Oscar Mapelli. Abbiamo fatto qualche domanda all’artista per saperne di più sul brano e sul suo percorso musicale.

Ciao Nicolas, in “Incondizionatamente” canti “siamo eterni ma finiti, un elenco di parole già scandite, ma quanta fretta e che fatica, la verità si è un po’ sbiadita”: come parafraseresti questi versi?

Innanzi tutto ti ringrazio per questa intervista, e per questa domanda che nessuno ancora mi aveva fatto:-) Dico “siamo eterni ma finiti” perché il nostro io superiore, o il nostro corpo maggiore è davvero infinito, al di là del tempo, cioè il significato di eterno, fuori da ogni tempo, ma noi con il corpo fisico, la mente ed i sensi limitiamo tantissimo quella capacità che in realtà è dentro ognuno di noi, rendendola “ finita” cioè piena di limiti e contorni… ma un limite lo si può definire tale solo perché ci si accorge che al di là qualcosa c’è ;.)  la fretta e la fatica della mente di capire ciò che i suoi limiti non possono capire rende la realtà e la verità evanescente, confusa, quindi sbiadita, e nei colori sbiaditi non si capisce mai veramente quale sia il reale colore di partenza. In tutti questi “pipponi” mentali alla fine si perde il vero punto di vista.

Canti anche “ogni relazione è veicolo di evoluzione e allora dimmi dove sta la consolazione”: qual potrebbe essere per te una consolazione?

La consolazione da un punto di vista non c’è, perché anche la consapevolezza che un determinato evento poi ti ha portato dei benefici esterni non ti allieta comunque da ciò che hai perso… ma la consolazione che trovo io in tutto questo è la presa di coscienza di poter vivere infiniti momenti simili e quindi di non smettere mai di crescere ed imparare! Ammetto che pensare di sapere poco mi rallegra molto perché vuol dire che posso muovermi tanto per imparare…  che noia sarebbe pensare di sapere tanto e di avere poco o nulla da imparare??

Hai iniziato a cantare nella band A Million Ways registrando un EP e facendo concerti non solo in Italia, la stessa cosa con i The Gap, che hai fondato tre anni dopo. Con la band Il Distacco inizi a cantare in italiano e pubblichi un disco, cosa ti ha portato a virare sulla carriera solista? La tua ultima band si è sciolta o è un progetto parallelo?

Tutte le band che mi hanno lasciato, o che io ho lasciato, subito dopo si sono sciolte. Hanno fatto e fanno altre cose ma che non c’entrano nulla con i nostri progetti comuni. La scelta di provare una carriera solista in realtà era già stata presa prima della rottura con la mia ultima band. Sentivo che non era abbastanza, sentivo che avevo molto di più da dare e non volevo essere limitato nell’espressione dei miei “io” e della mia arte. Con le band è sempre un discorso particolare e delicato. Se si ha la fortuna di trovare compagni che si fidano al 100% della persona che scrive e compone o se c’è un’ amalgama perfetta tra tutti anche nella composizione allora fai bingo! Purtroppo non è stato il mio caso, quindi ho dovuto per forza fare questa scelta per poter essere me stesso completamente. A tutti i  musicisti piace suonare, ma pochissimi sono disposti a prendere la musica seriamente come un lavoro e buttarcisi a capofitto cercando di fare di tutto per arrivare all’obiettivo. Questo è il motivo principale per cui ho scelto di mettermi “ in proprio”.

Sei passato da brani in inglese a brani in italiano, come è cresciuto e cambiato il tuo modo di cantare e comporre?

Quando cantavo in inglese facevo musica molto diversa, molto meno adatta al panorama italiano, e poi sottovalutavo un po’ la bellezza e la maestosità della nostra lingua madre. Cambiando piano piano generi musicali e anche gusti, ho sentito la necessità di esprimermi nella mia lingua e di provare un approccio diverso di scrittura. Da lì non sono più tornato indietro. E quando ho scelto di provare una carriera da solista mi sono messo a lavorare come un pazzo per compensare ogni ruolo di una band. In quel momento cambia per forza il modo di percepire la musica e di conseguenza l’approccio creativo per la realizzazione di brani.

Farai uscire un altro singolo o stai lavorando a un album? Puoi darci qualche anticipazione sullo stile e sui temi?

Voglio anticiparvi che l’album è pronto da mesi ormai. Io sto già lavorando dal primo lockdown alla realizzazione del secondo. Per l’uscita del primo sto ancora cercando di capire come andranno le cose, ma questo non mi ferma assolutamente! Farò uscire a breve un secondo singolo, e se necessario anche un terzo prima della pubblicazione dell’intero album.

Che beneficio danno a te e alla tua musica la naturopatia e le scienze olistiche a cui ti sei avvicinato?

Le pratiche olistiche innanzitutto aprono moltissimo la mia mente ed il percepire del mio corpo. Questo aumenta la mia salute psico-fisica ed emotiva, di conseguenza la creatività si espande, e quando mente, corpo e cuore, al di là del vivere momenti di difficoltà, positivi o negativi, sono vivi e reattivi, qualsiasi cosa di cui ci si occupa ne beneficia fortemente! Il mio modo di cantare  è migliorato e  migliora, la qualità delle mie emozioni migliora, e anche la creatività e la performance musicale e fisica.

Durante la tua attività musicale precedente qual è stato il momento più emozionante?

Se togliamo questa mia nuova veste di solista, il momento che mi ha emozionato di più nel passato è stato sicuramente il tour in Europa dell’Est nell’inverno del 2012. Due band in giro con un furgone: sembravamo dei ragazzini scappati di casa ma ci sentivamo delle rockstar. Nel piccolo, la gente di quegli stati che veniva a vederci ci vedeva come tali! Non entro troppo nei meandri della memoria, se no divagherei troppo, anche se con piacere. Di aneddoti ce ne sarebbero molti! Un’esperienza che mi porterò sempre nel cuore con infinita gioia.

Roberta Usardi

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