La cantautrice torinese Iosonocobalto si racconta
Dopo l’ascolto dell’ultimo singolo “Insonnia” abbiamo chiesto a Iosonocobalto, cantautrice torinese, di raccontarci un po’ di sé, della sua carriera e dei suoi progetti.
R.U.: Come nasce Iosonocobalto da Serena, e che rapporto c’è tra Serena e Iosonocobalto? È sempre interessante capire come e da chi nasce un nome d’arte.
Che domanda interessante! Credo che Serena e Iosonocobalto siano nate insieme e che una non esista senza l’altra. Oscar Wilde diceva che gli uomini mentono, ma attraverso una maschera sanno essere sinceri. Iosonocobalto per me è un po’ questo: il mezzo attraverso il quale esprimo ciò che non sarei in grado di esternare altrimenti, una sorta di armatura con la quale mi sento libera di mostrare ciò che solitamente interiorizzo e tengo dentro. Insomma, è la versione più coraggiosa di me stessa.
R.U.: Quali sono le tue origini, la tua formazione e le tue influenze artistiche?
Beh, fin da piccolissima ho sempre dimostrato un fortissimo amore per la musica. Mio padre è musicista per diletto e ha imparato a suonare in maniera autodidatta da ragazzo, cosa che ho sempre trovato straordinaria, nel sentirgli pizzicare le corde. Nella mia casa c’è sempre stata musica suonata “dal vivo”… Sicuramente è a questo che devo il mio bisogno di fare musica. Nato come una sorta di emulazione, per diventare una vera e propria necessità. Negli anni mi sono avvicinata a strumenti diversi. Ho preso lezioni di flauto traverso, ho imparato da sola a strimpellare chitarra e ukulele, ho studiato per perfezionare l’uso della voce – lo strumento che ho trovato più affascinante da affrontare – e nel mio futuro c’è la tastiera, o per lo meno è nel mio salotto e aspetta soltanto che io mi prenda il tempo di capire come utilizzarla! Per quanto riguarda le mie influenze artistiche, sinceramente non c’è un genere definito in cui saprei identificarmi, ho sempre ascoltato davvero di tutto! Nella mia musica e nel mio modo di interpretarla, vado sicuramente una manciata di Beatles, un velo di Queen e un tocco di Kate Bush.
R.U.: Nel 2018 è uscito un EP autoprodotto con quattro inediti e una cover, una sorta di anticipazione di quello che verrà. Come è nata la necessità di scrivere canzoni? Cosa ti guida?
Ho sempre avuto la necessità di esprimermi in un modo alternativo al semplice esistere in mezzo alle persone. Prima di capire che la musica sarebbe stata la mia strada, dipingevo. Le parole sulla musica sono come le pennellate sulla tela, ma con una potenza espressiva cento volte più grande. La musica è straordinaria, ti entra dentro senza bussare.
R.U.: L’uscita del tuo ultimo singolo “Insonnia” per Schiuma Records anticipa un album che uscirà nel 2020, sai dare qualche anticipazione? Saranno comprese collaborazioni con altri artisti?
Per il momento il disco è ancora un po’ in fase embrionale. “Insonnia”, insieme a “Notturno” e “Bologna”, che usciranno nei prossimi mesi, ne anticipano sicuramente le sonorità e le intenzioni. Ci sono tutte le idee pronte e lavori in corso dal punto di vista della scrittura e degli arrangiamenti. Per il momento non sono previste collaborazioni ma a me piace cambiare idea e mettermi in discussione, quindi da qui all’uscita chissà cosa succederà! L’unica vera anticipazione importante che posso dare è il titolo: “Non avere paura del buio”.
R.U.: Quali sono i tuoi prossimi progetti?
Sicuramente concedermi il tempo di lavorare bene a questo disco. L’idea sarebbe quella di concentrarmi principalmente su questo e distogliere l’attenzione solo per poter suonare dal vivo.
R.U.: L’ultima domanda riguarda i concerti, il confronto con il pubblico, sono in programma date nei prossimi mesi?
Ci saranno delle date in acustico tra Gennaio e Marzo e due date primaverili importanti in formazione full band, ma non voglio anticipare nulla..! Si scoprirà tutto strada facendo, l’importante è non perdersi di vista!
Un enorme grazie a Iosonocobalto per la disponibilità.
A cura di Roberta Usardi