La cantautrice Cecilia Stallone e il groove trascinante del suo EP “Fiabe Urbane”
Lo scorso 31 gennaio è uscito un EP molto interessante e degno di nota, da parte di un’artista milanese, una cantautrice. Si chiama “Fiabe Urbane” e a cantarle è Cecilia Stallone, classe ’89, un’artista che ha groove, voce e canzoni ben prodotte per un genere non familiare alla tradizione italiana per eccellenza, ma appunto per questo, da segnalare vivamente.
R&B, soul, questi i ritmi e il sound delle cinque canzoni presenti nell’EP, che Cecilia canta con talento e disinvoltura, con testi che spaziano dall’universo femminile a temi attuali, come nel suo ultimo singolo “Avidità”, uscito la scorsa settimana, in cui il concetto viene espresso alla perfezione nel testo, con versi che arrivano dritti al punto dolente: “ho la pancia piena, ma ho fame, ho la pancia piena, ma non spezzo il pane” in chiaro riferimento alla società che spinge ad avere e accumulare tanto, troppo, da non averne mai abbastanza, anche se si tratta di cose inutili.
Il titolo dell’EP “Fiabe urbane” si collega ad ogni brano con un sottotitolo, che nel caso di “Avidità” è “storia di un infelice”.
Il brano “Una donna” (sottotitolo “Il principe ranocchio”) è una ballad che Cecilia canta a una donna che le rappresenta tutte, esortandola a reagire, raccontando la parte più fragile dell’animo femminile “cosa sei disposta a perdere per un’ora d’amore, di tenerezza, per non sentire l’amarezza” e anche di come le favole con cui si cresce, corredate dal fantomatico principe azzurro e il lieto fine siano destinate a schiantarsi con la realtà, non sono altro che un’illusione di perfezione, che non esiste, perché “l’amore verrà e sarà imperfetto” come imperfetto è l’essere umano.
“Ti vengo a cercare” (sottotitolo “Storia di un cuore e di un cervello”) continua il discorso sul femminile e la ricerca dell’amore, anche per un semplice incontro occasionale: “ma poi la notte ti vengo a cercare, sciolgo i capelli e ti vengo a cercare, la passione dura un attimo, un attimo, un’eternità e quanta vita c’è nel cuore di una donna, nel cuore di una donna non lo sai”.
“Tornerai” (sottotitolo “La bella addormentata”) ha un groove trascinante a partire dalle prime note, con la sola chitarra e un semplice beat, sempre sul tema dell’amore, così effimero, eppure così necessario: “ci vorrebbe del sonnifero per dimenticarti almeno un po’, mi addormenterò solo un attimo e sognerò di quando tu tornerai” e ancora “non ci sono nuvole quando servirebbero e il sole cos’avrà da ridere, tanto prima o poi tornerà la luna e lui sparirà”.
“Mi dispiace” (sottotitolo “Le principesse ribelli”) è stato il primo singolo a uscire, con relativo video, e vanta la collaborazione con Vaitea, che con la sua parte di rap dà un valore aggiunto al brano, che parla di una relazione giunta al capolinea, in cui lei è dispiaciuta, ma l’amore è finito e non ci sono altre soluzioni se non lasciarsi, come dice ritornello “non sono docile come tu mi vuoi e non è facile dirti che mi annoi, io non posso più credere che cambierai per me”.
Nel complesso, un EP molto promettente, che incita l’ascoltatore ad avere ancora più materiale da ascoltare. Aspettiamo presto concerti dal vivo di questa talentuosa artista milanese.
Roberta Usardi