“La Calciattrice”, Lucia Mallardi fonde calcio e recitazione a Tramedautore
Gli spettacoli autobiografici hanno un sapore particolare non solo perché raccontano qualcosa di realmente accaduto, ma soprattutto poichè l’attore porta in scena la propria storia. “La Calciattrice” è il one woman show di e con Lucia Mallardi – al Piccolo Teatro Grassi per Tramedautore – in cui si racconta l’incredibile storia dell’autrice. Il regista è Stefano Sarra, le scenografie sono di David Salvatori.
Lucia Mallardi racconta di sé in prima persona, inizando dalla propria infanzia. Ha iniziato a giocare a calcio da bambina, quando i maschietti la ignoravano giudicando il pallone uno sport inadatto alle femmine; nel frattempo Lucia si divertiva partecipando a ogni recita scolastica come protagonista e imitando i propri professori, dimostrando di avere un talento da attrice comica. Una volta diplomata si è iscritta a Economia e Commercio, ma presto lascia l’università per giocare a calcio, arrivando a diventare titolare della Lazio in serie A. Dopo il successo in Italia approda a Berlino, in quanto in Germania le donne possono giocare da semiprofessioniste; qui conquista molte vittorie, nonostante qualche difficoltà di integrazione. Quando abbandona l’attività sportiva sceglie di fare l’artista di strada, realizzando delle scenografiche evoluzioni con un pallone da calcio e un cappello ai bordi delle strade. Tale inusuale carriera la porterà in giro per il mondo fino in Tailandia e le farà conoscere artisti di strada di ogni nazionalità. Tornata in Italia, partecipa a una rassegna teatrale presso il Teatro Le Sedie di Roma, vincendo il primo premio. Lo spettacolo si conclude con una riflessione sul calcio femminile e le recenti conquiste delle donne che amano questo sport.
Lo spettacolo offre un assaggio delle evoluzioni da giocoliere che la protagonista compiva agli angoli delle strade: la Calciattrice non solo palleggia come un calciatore professionista, ma tiene un cappello in equilibro sulla palla appoggiata sopra la testa oppure bloccata tra la coscia e il polpaccio; la Mallardi balla, inoltre, con il pallone immobile sopra la testa. Dei movimenti appartenenti a uno sport di squadra sono stati trasformati in uno spettacolo di giocoleria con intelligenza e creatività, creando una performance unica nel suo genere che fonde lo sport e il teatro, due elementi antitetici ma accomunati dalla capacità di appassionare un vasto pubblico.
Lucia Mallardi è un’imitatrice nata: riesce a portare in scena tutti i dialetti di Italia, evoca la personalità di un uomo camuffando la propria voce e recita con una pronuncia perfetta in francese, tedesco e inglese. L’aspetto più straordinario è che si tratta di un talento innato, che l’artista e atleta ha coltivato senza frequentare alcuna scuola di recitazione, ma divertendosi con gli amici nello spogliatoio o con i compagni di scuola. Le sue performance strappano diverse risate al pubblico e colpiscono proprio per la spontaneità.
La scenografia è uno sfondo nero ricco di oggetti di scena: stivaletti e scarpette da calcio, che l’attrice indossa nel corso della rappresentazione, una lavagna per imitare il professore di matematica, un semaforo per ricordare la strada in cui si esibiva, un tavolino con un telefono per raccontare la sua breve carriera in un call center, uno zaino per raccontare i suoi viaggi, un appendiabiti, l’immancabile pallone da calcio e molto altro ancora. Tali oggetti servono per conferire maggiore concretezza alla gestualità dell’autrice e rendono il palcoscenico colorato e piacevolmente caotico. La protagonista indossa un’elegante tuta nera aderente, che estrinseca il suo splendido fisico da atleta e la sua femminilità.
Il pubblico resta impressionato dal fatto che l’attrice sia anche la protagonista della storia. Gli studiosi sanno bene che nessuno riporta l’esatta verità in un’autobiografia, tuttavia è inusuale poter attribuire al soggetto dell’opera il suo vero volto, la sua voce, il suo corpo e i suoi movimenti. Lucia Mallardi è una giovane donna attraente, con un fisico scolpito da anni di allenamento sui campi da calcio; la sua genuinità e allegria conquistano immediatamente lo spettatore. Ha saputo scrivere una sceneggiatura teatrale di grande spessore, che ha strappato anche qualche lacrima. La sua storia ha dell’incredibile ed è un esempio di forza di volontà ed energia. Si tratta certamente di uno spettacolo singolare, raramente compaiono opere simili nei cartelloni dei teatri. Lucia Mallardi ha dimostrato che si può fare cultura anche parlando di calcio e che anche lo sport può essere arte.
Valeria Vite