“La bufera è il mio violino. L’ultima notte di Esenin”: un dramma per voce sola
“In questa vita
non è difficile
morire.
Vivere
è di gran lunga più difficile”.
– Vladimir Vladimirovič Majakovskij –
Luca Moccafighe ha scritto un dramma per voce sola. Pierpaolo Capovilla lo ha recitato e Paki Zennaro musicato. Un connubio artistico che ha dato voce, musica e non solo parole a un testo che se, ascoltato, vi scaraventa al suolo con tutto il suo dolore: il disagio di un uomo arrivato alla fine. Una fine decisa forse consapevolmente quella che Sergej Aleksandrovič Esenin sceglie, o che qualcuno scelse per lui, il 28 dicembre del 1925, quando fu trovato impiccato all’età di trent’anni, nella stanza dell’hotel Angleterre a San Pietroburgo.
“Sergej Esenin venne trovato impiccato con la cinghia della valigia in una stanza dell’Hotel Angleterre di Lenin- grado il 28 dicembre 1925; la morte era avvenuta fra le tre e le cinque del mattino. Durante la mattina del 27 di- cembre si era reciso il polso, e col sangue – data la mancanza di inchiostro – scrisse questi ultimi versi (…)”
Da un progetto comune con El Doctor Sax è nato “La bufera è il mio violino. L’ultima notte di Esenin” un piccolo gioiello prezioso , un “radio dramma” che ripercorre, in meno di cinquanta minuti, gli amori, i versi e i ricordi del nostro poeta: la famiglia, la poesia, la Russia, Isadora, la solitudine… E Pierpaolo Capovilla, che già conosciamo bene per le sue performance dei testi di Majakovskij, Pasolini e Artaud, snocciola le parole di un’esistenza che sta per finire trasportando anche noi che leggiamo, o meglio ascoltiamo, in quella stanza, dove i demoni si espandono tra i fumi di alcol e sigarette e un immenso Esenin si trova, tu per tu, a fare i conti con la propria nemesi.
“Lo sai che cos’è la paura? La conosci? Quello specchio distorto che abbiamo dentro e che mostra senza riflettere?”.
Sipario.
Marianna Zito