“LA BISBETICA DOMATA” – MAGIC MOMENTS AL TEATRO VASCELLO DI ROMA
È una vera e propria lotta, con acrobazie di forza e agilità, quella a cui abbiamo assistito con “La bisbetica domata” di Andrea Chiodi, adattata e tradotta da Angela Dematté – sul palcoscenico del Teatro Vascello di Roma, che ripropone la commedia shakespeariana in una versione interpretata da un cast di soli uomini – come ai tempi del Bardo – dove l’assenza della figura femminile non viene quasi notata o cercata, perché l’attenzione si pone sull’essere umano in quanto tale, al di là del genere. Parole di donne pronunciate dalla bocca ed espresse da una voce maschile assumono una valenza tale che va a dare valore all’individuo, all’essere umano che ricalca i propri diritti nella società e che cerca di creare le dovute distanze dalle convinzioni e regole prestabilite.
Straordinario Angelo Di Genio nel ruolo di un Petruccio sfrontato e “piacione”, padrone di ogni suo movimento ed espressione verso la sua prescelta (per interesse o per amore?) Cate, interpretata da un divertentissimo ed evanescente Tindaro Granata. La genuinità di questi due attori lega il loro carattere all’abilità attoriale, dando vita a più di due ore di una performance ricca di entusiasmo e divertimento, con una resa ottimale che tiene viva l’attenzione dello spettatore in ogni momento della commedia. Quello che si osserva è una vera e propria sinergia – fisica ed espressiva – che non coinvolge solo i due protagonisti, ma ognuno degli attori presenti sul palcoscenico, che diventano parte integrante di questa macchina, contornata scenicamente da un unico stendardo e altissime pedane movibili, che diventano la base di situazioni precise e diverse. Geniale il silenzio di Bianca, interpretata da Rocco Schira – che parla solo attraverso i colori del suo viso, adorno di un meraviglioso e pesante trucco da drag queen. Quindi il valore e la forza della parola non detta, espressa o urlata assume qui un carattere dominante e in grado di manipolare e ribaltare il succedersi degli eventi: le parole, come i corpi, rimbalzano da una parte all’altra, seguendo un ritmo costante e sincronizzandosi in modo intelligente e astuto con i movimenti che si susseguono sulla scena.
Una storia senza tempo che esalta il diritto di scelta e il flusso dei sentimenti, il gioco di potere e di sfida di Cate e Petruccio porta a una consapevolezza che conduce a un amabile lieto fine, corredato da riflessioni che lasciano aperti interrogativi sulla società contemporanea. Un cast di attori formidabili, oltre a quelli già citati troviamo Christian La Rosa, Igor Horvat, Massimiliano Zampetti, Walter Rizzuto, Ugo Fiore. Uno spettacolo da non perdere, da vedere e rivedere.
Marianna Zito