La biografia di “Picasso” dalla penna di Antonina Vallentin
“Io non cerco, io trovo”
L’autrice
Antonina Vallentin, scrittrice e intellettuale, ha scritto una biografia superlativa di Pablo Picasso, mentre l’artista era ancora in vita, e che torna oggi tra nelle nostre mani edita da Castelvecchi, nella traduzione di Renzo Federici. Dal semplice ma significativo nome che dà al volume il titolo, “Picasso” (2021, pp. 376, euro 20), si snocciola, anno dopo anno, la vita di quest’artista che nel tempo cambiò incisivamente l’arte, lasciando una pennellata non di poco valore, la sua firma, che ancora riecheggia forte a distanza di anni dalla sua morte. Un’opera multiforme – in cui troviamo anche la scultura e l’incisione – che la scrittrice è riuscita a seguire da vicino, nei suoi mutamenti e nella sua varietà e, tela dopo tela, inserendola nella vita privata di Picasso, tra le sue donne, e nel contesto storico-culturale che lo hanno visto cambiare città e colori, dalla Spagna del 1881 alla Francia del 1956.
I luoghi di Picasso
Sono davvero tante le volte in cui Picasso, sin da adolescente, lascerà Barcellona per Parigi e Parigi per Barcellona, ora per motivi economici ora per scoramenti esistenziali ,e per la penna di Antonina Vallentin, ogni occasione è quella giusta per proiettare tra le pagine gli elementi del passato che determineranno il futuro dell’artista, o per tornare indietro nel tempo a ricamare la memoria del passato che influisce sul presente in quel momento narrato. È un andirivieni quest’opera che segue come filo comune il trascorrere della vita di quest’uomo straordinario, di cui vengono minuziosamente ricordati più dettagli ed episodi possibili e significativi: dalla prematura morte del caro Casagemas che lo segnerà a lungo, all’amicizia sincera e ricca di gratitudine con Max Jacob,
“la sera, ricorda Picasso, sotto la lampada a petrolio recitavamo dei drammi, non potendo andare a vedere gli altri recitare…”;
dall’incontro con i mercanti di quadri – ricordiamo Vallard – al pubblico nelle gallerie che portano sempre più numerose, in mostra, le sue opere intrise di colori e solitudine, in cui si troveranno le influenze di tutti i grandi del suo tempo, uno fra tutti Van Gogh; da Fernande a Marie-Thérèse Walter, fino a Dora Maar, donne significative nella sua vita.
“Per due anni ha smesso di dipingere, non ha più dipinto né disegnato. È straordinario che si possa smettere di far quello che si è fatto tutta la vita, ma può accadere” – Gertrude Stein
Tra tutti, Gertrude Stein
E ancora da Jean Cocteau a Djagilev e Stravinskij, e una delle punte di diamante nella sua vita, l’amicizia e la complicità con Gertrude Stein, incontrata dal venditore d’arte Sagot; amicizia di cui troviamo la stessa autenticità nel libro anche qui citato e scritto dalla stessa Stein “Autobiografia di Alice B. Toklas”. Della Stein Picasso realizzerà un ritratto a cui fu sempre legato, il risultato di più di novanta pose, “questo ritratto rappresenta un vincolo duraturo” nelle loro vite. E ancora dal periodo blu al periodo rosa, dalle linee che delicate riprendono il corpo femminile, a Les Demoiselles d’Avignon che rappresentano l’arrivo del cubismo, fino alla costruzione di Guernica e alla sua esplosione.
“Le opere cubiste di questo periodo sono, al pari delle manifestazioni di una nuova religione, di una austerità fantastica”.
Antonina Vallentin ci lascia una eredità preziosa, che contiene sì la vita di un grande artista come Pablo Picasso, ma anche la sua abilità stessa di narrare la vita degli altri, con grande dedizione, minuzia di particolari e passione per il suo tempo e per tutto ciò che questo tempo avvolgeva.
Marianna Zito