LA BAMBINA FALENA di Luca Bertolotti
Una bambina comparsa dal nulla sulla riva del mare. Sembrava quasi un dono dall’acqua se si pensa di essere in una fiaba, ma dato che fiaba non è, rimaneva solo una bambina che a stento sapeva dire il suo nome e con addosso una malattia genetica rara, unico indizio di chi l’aveva messa al mondo. Perché chi l’aveva messa al mondo lì non c’era e non si sapeva dove cercarlo. Da dove arrivava quella bambina poteva saperlo solo il mare. Comincia così la storia di Greta nel piccolo paesino di San Michele Arcangelo, nella riviera spezzina, che la accoglie come una figlia, come un segno o una speranza. Gli unici ricordi di questa bambina eranoo gli elefanti bianchi e i capelli biondi di sua madre.
Luca Bertolotti – in questo suo primo romanzo LA BAMBINA FALENA (Fandango Libri, giugno 2018) – ci regala una storia dal sapore magico ma che, allo stesso tempo, ci fa toccare con mano la realtà e la crudezza della vita. Lo fa attraverso descrizioni ricche di visioni poetiche contemporanee, figure ricercate ed espressioni attuali che fanno sì che la nostra mente crei e immagini tutti i suoi personaggi, dagli occhi e i capelli fino alla personalità. Descrive accuratamente le emozioni di ognuno e soprattutto le caratteristiche dell’universo femminile che, in realtà, da uomo non gli appartiene, ma sono lì esatte, precise e profonde, e allo stesso modo ci parla dell’incertezza, dell’invidia e dei sentimenti contrastanti di una persona con un deficit, fisico in questo caso. E il caso è quello di Greta che, dopo vent’anni, si ritrova rabbiosa davanti allo stesso mare – l’unico a conoscere la verità ma l’unico a non proferirne parola – come una femmina di capodoglio spiaggiata “Vent’anni fa pesavo neanche quindici chili, ora i chili saranno diventati quintali. Vedete se riuscite a far finta di niente anche stavolta”. Ha davanti a se solo l’acqua e i pochi ricordi in frantumi per intraprendere quel viaggio verso la riconciliazione con se stessa, che diventa inaspettatamente un pericolo e una riscoperta: un viaggio nella bocca dei ricordi, nel terrore e nella paura, come nelle fiabe dei fratelli Grimm. Da Wolverine al Signore degli Anelli fino alla leggenda dell’Uomo Falena (di cui scopriamo davvero l’esistenza di una statua a Point Plesant!), dai comunisti ai russi fino alla realizzazione dell’uomo vitruviano di Leonardo e alle magie del mondo freak: Greta e il suo nuovo amico Lorenzo ci danno la possibilità di spolverare tutte queste cose e ce ne insegnano altre nuove, agganciandole ai vari momenti della loro disavventura: ci ritroviamo così alle prese con i collaborazionisti e poi, di nuovo, con i piedi a terra tra cocainomani e famiglie disagiate e disadattate.
Le cose si svelano lentamente tra una pagina e l’altra, quasi come se il lettore man mano potesse immaginarlo e vederlo da sé o addirittura già saperlo, quello che accadrà. Ci troviamo all’interno delle situazioni come se oramai ci appartenessero, incartati in due storie dalla temporalità differente che cominciano a intrecciarsi diventando sempre più l’una il completamento dell’altra. La scrittura nitida e decisa ne dichiara i confini che non sono mai netti, ma così indefiniti da confondersi. Luca Bertolotti è minuzioso e delicato nel raccontarci le storie di questi personaggi che riusciamo a odiare e subito dopo ad amare, perché ci dà la possibilità di vederne il sangue, di sviscerarli e ricomporli in modo diverso da come li avevamo immaginati prima, in modo nuovo e più limpido. Come il mare.
Marianna Zito