“KAMPAI! o dell’umana finitezza”. Pizzo nero e fiori rossi per il commiato al Teatro Kismet di Bari
Palo buio in penombra, luci fioche illuminano una scena scarna, vuota riempita dal suono dei passi marcati di tre donne, tre figure che attraverso il loto corpo e le loro gambe disegnano de simboli necessaria all’evocazione dei riti legati al lutto.
Le tre donne, che vagamente ricordano le tre streghe macbethiane della nota tragedia di Shakespeare, rappresentano vite interrotte, spezzate, addolorate per la perdita di una persona cara, in particolare di una figlia scomparsa prematuramente prima delle nozze.
Fragilità, vuoto, angoscia, ma anche ironia sono portate in scena attraverso lunghe scena in pausa che evoca sublimi immagini poetiche che lasciano lo spettatore stranito per tanta bellezza e profondo dolore, un binomio di difficile comprensione e interpretazione.
Le tre figure femminili custodi di sofferenza e cerimonie funebri erano le talentuose attrici Nunzia Antonino, Annarita De Michele e Rossana Farinati che con la regia di Carlo Bruni hanno ripercorso e ricostruito quelle tracce di una ritualità perduta a causa della pandemia vissuta.
Prodotto da SistemaGaribaldi, Linea d’Onda e Trame Contemporanee festival, il titolo dello spettacolo “Kampai! O dell’umana finitezza” richiama l’idea della morte che condivide con la vita tappe e momenti conferendo a quest’ultima compiutezza e senso. Nella cultura giapponese il l’esclamazione Kampai! Si utilizza solitamente per brindare alla vita e alla gioia di aver vissuto e goduto di ogni momento che quest’ultima ha saputo regalare e donare.
Con il sostegno di TerraMare Teatro, Comune di Nardò, Teatro Comunale di Ruvo, Bottega degli Apocrifi, Malalingua Teatro, lo spettacolo è andato in scena sabato 20 gennaio al Teatro Kismet di Bari, inserito all’interno della Stagione 2023/24 ‘Bagliori’, a cura di Teresa Ludovico.
Lucia Amoruso