JEAN-MICHEL BASQUIAT al Chiostro del Bramante di Roma
Di nuovo un tuffo nella street-art a Roma e, questa volta, siamo al Chiostro del Bramante che – fino al 30 luglio – ospiterà le opere, provenienti dalla Mugrabi Collection, del giovanissimo genio dei graffiti Jean-Michel Basquiat.
È l’America reaganiana degli anni ’80. Tutto comincia sui muri delle strade di New York con l’amico Al Diaz e con lo pseudonimo SAMO (Same Old Shit), il rap e le droghe: è l’alba di quel cammino – accanto a personalità celebri, come Andy Warhol, Keith Haring e Madonna – che lo condurrà verso le gallerie e i musei più importanti e verso quell’enorme ma breve successo che caratterizzò la vita del giovane Basquiat.
I lavori esposti sono circa un centinaio e spaziano dagli olii alle ceramiche mostrandoci un’arte che – connessa ad altre espressioni – si ritrova, infine, ben integrata nel presente. Si comincia con i colori forti, il materiale di strada e non solo, piume e catrame che richiamano i rituale razzisti contro gli uomini di colore. Troviamo, infatti, molti riferimenti alle sue origini portoricane e haitiane – come la Corona a tre punte – simbolo della regalità della cultura nera – oppure richiami alla tradizione jazz, all’arte afroamericana e simbolismi legati alla stregoneria e alla denuncia sociale.
Spiccano, inoltre, la poesia e i pensieri dai ritmi staccati, le inversioni di senso, lo slang e le cancellature: le parole sono come pennellate ed è il poeta stesso a cancellare qui i segni dell’emarginazione. Possiamo osservare, in questi lavori, anche raffigurazioni di figure stilizzate e pezzi del corpo umano, soprattutto teschi, memoria di un incidente della sua infanzia e, forse, anche una riconduzione al tanto ammirato Leonardo Da Vinci.
Uno spazio particolare all’interno del Chiostro è dedicato alle opera a quattro mani con Andy Warhol, in un dialogo tra due artisti con le stesse ideologie ma con tecniche differenti: ognuno dipinge senza sapere cosa farà l’altro. Un secondo spazio distinto è quello che raccoglie una ritrattistica di spirito impressionista: la raffigurazione ironica di artisti, musicisti e amici su piatti di ceramica.
A quasi trent’anni dalla sua morte, la nostra capitale gli rende omaggio portando – all’interno dell’architettura rinascimentale del Chiostro del Bramante – uno spiraglio di quella che era la realtà newyorchese al tempo di Reagan, vista dagli occhi di un ragazzo di colore e di strada, colui che fu definito il James Dean dell’Arte Moderna.
#bebasquiat al Chiostro del Bramante di Roma fino a domenica 30 luglio!
Marianna Zito
Foto Archivio Chiostro del Bramante