“Itaca per sempre” al Teatro i di Milano
“Guardo il mare da questa terra che dovrebbe essere Itaca”
È la voce di Ulisse che torna dopo vent’anni a Itaca, quella che sentiamo, quella di un uomo che aveva nel cuore le immagini di quando ha lasciato la sua terra e ora, al suo ritorno, ne trova altre ad attenderlo.
I suoi pensieri prendono parola mentre cammina e ricorda il figlio Telemaco, ancora in fasce quando fu costretto a partire per la guerra e inevitabilmente ricorda Penelope, la sua sposa. Non è certo un’impresa di poco conto quella di ritornare, serve coraggio, ma anche astuzia, serve cautela ed è fondamentale azzeccare il momento giusto per mostrarsi, dopo un attento studio del presente. Paradossalmente Ulisse trova più facile rivelarsi a Telemaco, che non lo ha mai visto e non nutre alcuna aspettativa nei suoi confronti. Telemaco lo abbraccia e lo guida a casa, alla sua reggia, invasa dai Proci. Ulisse è vestito da mendicante, non vuole farsi riconoscere, vede Penelope, bella, ancora più bella di quando l’ha lasciata e questo lo delude un po’, perché avrebbe voluto vedere sul volto di lei quel dispiacere che la sua assenza avrebbe dovuto imporle.
“Prego che il mio amore non si tramuti in rancore”
No, non è facile tornare e vedere che la vita è andata avanti, non è facile decidere di indossare ancora i panni di vent’anni prima, perché di certo non andranno più bene. Ma Ulisse non è l’unico a farsi domande, anche la sua sposa ne cova altrettante. Penelope riconosce subito il suo sposo, lei, che lo riconoscerebbe ovunque, all’istante, senza alcun dubbio. E anche lei, come lui, non vuole cedere all’impulso di corrergli subito incontro e abbracciarlo, sono passati vent’anni, e sono stati lunghi, molto lunghi e non possono svanire all’improvviso. Ulisse deve stare sul filo del rasoio finché lei non deciderà altrimenti, la voglia di vendicarsi per essersene andato è più forte del desiderio di averlo ritrovato. E lo sfida. E Ulisse, sempre senza rivelarsi, sfida lei, perché crede che lei non lo abbia riconosciuto e non lo accetta. Riconoscersi e ricongiungersi dopo vent’anni è un risultato che va meritato e raggiunto con gradualità e circospezione. E i due non si risparmiano, ancor di più perché si amano ancora appassionatamente. Ma chi sono diventati Ulisse e Penelope durante la lunga separazione? Basterà ricordare chi sono stati per capire in chi si sono trasformati? Sembrerebbe così semplice, eppure non lo è affatto: “Non sempre le cose semplici sono anche vere.”
Il testo di Luigi Malerba, nella drammaturgia di Maria Teresa Berardelli, indaga nei meandri dell’animo umano, che prende forma in Ulisse e Penelope attraverso un gioco di identità forte e spietato, sapientemente messo in scena dalla regia di Andrea Baracco. I due attori, Woody Neri e Maura Pettorruso, sono straordinari nel tenere sottile e ben salda la tensione, i moti dell’animo, portando il pubblico con sé in un crescendo da cui emerge che l’unico punto fermo delle loro vite, di prima e di adesso, è la loro terra, Itaca, per sempre.
In scena al Teatro i di Milano dal 29 gennaio al 3 febbraio.
Roberta Usardi