“IOSONO” è il raffinato disco d’esordio di Innocente – La recensione
Lo scorso 27 novembre è uscito “IOSONO” il disco d’esordio di Giorgio Innocente, in arte Innocente, anticipato dal singolo “Un raggio a strapiombo”, “Gitana” e “Il cuore e l’abat-jour”. Innocente è un cantautore salentino classe ‘91 che vive a Siena, dove ha studiato pianoforte e la voce e lasciandosi catturare dal jazz, che si ritrova nello stile dei suoi brani.
“IOSONO” si compone di otto canzoni che delineano la poliedricità e la raffinatezza di Innocente nonchè le indiscusse doti vocali. I testi sono molto arguti e ricchi di interessanti immagini metaforiche. Andiamo nel dettaglio.
“Un raggio a strapiombo” addentra subito in ritmi a cui è difficile resistere, che rievoca ricordi di mare e di una storia d’amore “che cosa ci manca stare soli in questa stanza, ti ricordi, ti ricordi il mare? Annodarsi e le ferite e poi parlare”.
“Il cuore e l’abat-jour” è un brano cantautorale, poetico ed emozionante, che incanta e si sviluppa principalmente con piano e voce: “c’è troppa primavera nei dintorni, restiamo in casa a salvare i giorni”. L’immagine del titolo identifica con l’abat-jour un cuore troppo cerebrale, che si accende e spegne a comando e non seguendo il flusso delle emozioni.
“Gitana” già dal titolo evoca quello che si trova nell’arrangiamento, con ispirazioni jazz, i fiati e un ritmo a cui non si puó resistere, come non si può resistere all’amore: “prendimi, vestiamoci da gitane, prendimi, togliamoci anche il pane per purificare l’incertezza delle cose”.
“Lacrime di greggio” (ballo Terra-Luna) è una ballata pianoforte e voce introdotta con il cinguettio degli uccellini, una canzone d’amore tra il nostro pianeta e il suo satellite:“gridano i silenzi, li senti sussurrare? scalpelli sui monti, sui cieli e le menti, quasi fossero insorgenti” con un potente climax nella seconda metà del brano, nel momento in cui forse Terra e Luna sono nel punto più vicino l’uno all’altra prima di proseguire oltre.
“Una storia vera” un brano pianoforte e voce attraverso immagini del presente, che è la storia più vera possibile:“toccarsi attraverso i cantautori senza mai nemmeno sfiorarsi, parlarsi condividendo le canzoni, in fondo son più bravi gli scrittori”; gli archi aggiungono ulteriore poesia in una storia che viaggia nella profondità dell’animo.
“Un ballo tango per ser” già fa immaginare il tipo di ritmo del brano, trascinante, irresistibile, in un testo in cui si cerca la strada verso i propri sogni: “siamo carte da gioco in mano ancora per poco, siamo burattini fantocci che ballan un tango quest’oggi”. Notevole l’assolo di pianoforte.
“Mentiamo agli dei” parte con la tastiera e voce a cui si aggiungono gli archi, una canzone suggestiva con le immagini fluide di ameni paesaggi, che evocano un sentimento d’amore: “da te che sei la luna a Parigi, da me che mi fermo a guardarti”.
“Bella ci dormi” uno splendido dulcis in fundo con pianoforte e voce dalla melodia folk cantata in dialetto salentino, malinconica ed emozionante: “minu suspiri fino a murire, alzate bella e famme trasire”.
Un ottimo esordio che si distingue per l’eleganza e il sapore sonoro di ogni brano, così come i colori variegati della voce di Innocente.
Roberta Usardi
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