“Io Tina Modotti. Felice perché libera”, la biografia romanzata di Gérard Roero di Cortanze
“Non molto alta, un corpo flessuoso e ben fatto, curve soavi, volto espressivo, bocca sensuale, capelli color prugna, fronte alta e mani sottili e sensibili. Aveva una voce dolce e uno sguardo tenero e vivace. In lei tutto era naturale”. – Lolò de la Torriente –
Gérard Roero di Cortanze, con la sua biografia romanzata “Io Tina Modotti. Felice perché libera” (Elliot edizioni, pp. 325, euro 18.50), nell’ottima traduzione di Chetro De Carolis, riesce a delineare la figura e a raccontare la vita non semplice di questa grande donna italiana, nata in Friuli, attraverso una narrazione scorrevole, empatica e semplice, dando la possibilità al lettore di conoscere e riconoscere innanzitutto questa artista poliedrica, poi i vari luoghi dall’Italia alla California fino al Messico dalei toccati e il preciso contesto politico in cui sono avvenuti i fatti sociali e politici narrati, che hanno visto come protagonisti l’intera famiglia Modotti e la stessa Tina in prima persona, una delle più grandi fotografe del XX secolo, grazie in primis a suo zio Pietro, a suo padre Giuseppe e in seguito al compagno e fotografo Edward Weston. Accanto all’esatta delineazione del contesto socio politico, l’autore arricchisce la biografia con continui rimandi letterari a culturali, analizzando, inoltre, attentamente l’impatto che ebbe l’arrivo degli immigrati italiani all’interno della società americana nei primi anni del ‘900, nonché immergendoci in un excursus dettagliato delle fotografie scattate da Tina Modotti, dai soggetti immortalati alla fotografia di indagine e denuncia sociale.
È una bellezza tutta italiana Tina Modotti (1896-1942), in grado – volente o dolente – di ammaliare, sedurre, far innamorare, guadagnandosi persino il soprannome di “Mata Hari del Komintern”; la sua presenza scenica la porterà ad avere successo prima come attrice di teatro e poi nel cinema e il suo impegno politico. Nascere in povertà non le ha impedito di raggiungere il successo né tantomeno di seguire i suoi ideali, accanto agli uomini che ha amato e ai compagni del partito. Modella, attrice, moglie, amante, fotografa di indagine e denuncia sociale, militante comunista messicana, accusata ingiustamente e arrestata come terrorista, spia e assassina, e ancora l’abbandono di Tina per diventare Maria e immergersi nella guerra civile spagnola. Una donna dalle mille sfaccettature, tutte riunite in una vita breve ma di una intensità profonda, come il suo obiettivo che arrivava fino all’animo e all’essenza di ciò che fotografava.
E a proposito di Tina Modotti, è stata inaugurata oggi 8 marzo nella Sala Maestra di Palazzo Chigi ad Ariccia, la mostra “Tina Modotti. Donna, fotografa, militante. Una vita fra due mondi”, con la curatela di Ada Scalchi, R. A. Rodriguez Villalba e J. M. Pouget, organizzata e promossa dalla direzione di Palazzo Chigi. La mostra sarà aperta al pubblico fino al 7 aprile 2024.
Marianna Zito