Intervista alla band torinese Tamè: la fierezza di mostrare se stessi nel nuovo singolo “Pasanè”
Il 26 marzo è uscito “Pasanè”, il nuovo singolo della band torinese Tamè, prodotto da Natty Dub, che anticipa l’uscita del disco “Ma tu” il prossimo 30 aprile. La band è nata nel 2018 e il loro nome viene da un’espressione dialettale del centro-sud Italia che significa “Toh guarda”; hanno esordito nell’autunno 2019 con i singoli “Al buio” e “Prequel” seguiti, nel 2020 da “Dinosauri”. I Tamè sono: Giovanni Cialone (voce e tastiere), Alessandro Ferretto (voce, tastiere, sax), Matteo Buccoliero (voce, chitarra), Tommaso Ainardi (basso), Emanuele Cocomazzi (batteria).
“Pasanè” è il vostro nuovo singolo, quando l’avete composto?
La prima bozza registrata in sala prove durante una jam session risale addirittura a due anni fa. Poi abbiamo ripreso quella registrazione e dato vita alla versione attuale nell’inverno dell’anno scorso.
Come avviene in generale il processo creativo dei vostri brani?
Quasi mai ripetiamo lo stesso processo. A volte l’idea parte da uno di noi che la condivide, oppure, come per “Pasanè”, da sessioni casuali di Jam in sala prove. Poi Gio (Giovanni Cialone, cantante della band) ci mette il testo e tutti quanti lavoriamo insieme per definirla, completarla e aggiungere qualche chicca :-). Tutto passa sempre dall’approvazione di tutti, è un processo faticoso a volte molto lungo ma che porta grandi soddisfazioni.
Avete definito “Pasanè” come “un’istantanea della condizione psicologica di un individuo che ha smarrito i punti di riferimento e che lotta con se stesso per riscoprire ideali dimenticati”, quanto voi vi sentite o vi siete sentiti “Pasanè”?
Ognuno di noi ad un certo punto della propria vita si ritrova a fare i conti con quello che è, che è diventato. Ed è attraverso la consapevolezza delle proprie origini, della propria storia e del proprio passato che si riesce ad apprezzare il presente e affrontare meglio il futuro. Scappare o peggio ancora rinnegare le proprie origini per noi è un errore. E abbiamo voluto sottolinearlo con una canzone.
La copertina di “Pasanè” come l’avete scelta, cosa rappresenta per voi?
L’abbiamo scelta perché è l’outfit, semplice e modesto, che Edoardo, il ballerino del videoclip di “Pasanè”, che indossa mentre balla a teatro. Orgogliosamente porta la scritta Pasanè sul petto. Rappresenta la fierezza nel mostrarsi per quello che si è.
Il 30 aprile uscirà il vostro primo disco “Ma tu”, come lo descrivereste a livello sonoro e quanti brani conterrà?
Il disco comprende 10 tracce, tutte in lingua italiana, di forte matrice nu soul/indie soul. La ricerca ritmica e armonica del “beat”, la sintesi di nuove sonorità e l’utilizzo di campionatori hanno sempre contraddistinto l’origine del processo creativo della band e dell’arrangiamento dei brani.
Da dove viene il titolo “Ma tu”?
Il titolo può essere visto come l’inizio di una conversazione nella quale vengono poste diverse questioni. Utilizzando anche la provocazione si vuole stimolare l’interlocutore (ascoltatore) con temi a volte scomodi. Temi, che a turno, si possono trovare nelle canzoni dell’album.
Vi siete incontrati a Torino pur venendo da altre regioni d’Italia, in che occasione vi siete conosciuti e avete deciso di formare una band?
Venivamo tutti già da diverse esperienze musicali a Torino e avevamo avuto già modo di suonare insieme in qualche occasione. Poi nell’autunno del 2018 ci siamo parlati, una sera sotto il Duomo di Torino. Tutti avevamo voglia di sfruttare le nostre esperienze, mettere insieme le idee e dar vita a un progetto nuovo.
In che occasione avete incontrato Stefano Casalis, aka Nutty Dub, che ha prodotto il singolo e l’intero disco?
Stefano lo conoscevamo perché insieme ai Funk Shui Project e Davide Shorty sono una realtà importante in Italia nel campo dell’R&B e del nu soul. Così lo abbiamo contattato, gli abbiamo fatto sentire le bozze dei brani che sognavamo potessero dar vita al nostro primo album e ci siamo messi subito all’opera.
Quali artisti ispirano la vostra musica?
Nel panorama italiano sicuramente i nostri riferimenti sono Ghemon, Willie Peyote, Davide Shorty, Funk Shui Project e Ainè. A livello internazionale invece siamo fortemente influenzati da artisti affermati come Anderson. Paak, Jordan Rakei, Tom Misch e Jungle. Siamo in generale attratti dal’Indie Soul un genere che accosta alle sonorità, alle armonie e al groove nu soul e future soul, melodie pop.
Roberta Usardi
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