Intervista al cantautore e polistrumentista Provenzano: l’ultimo singolo “Multinazionale” e i prossimi progetti
“Multinazionale” è l’ultimo singolo di Pasquale Provenzano, cantautore indipendente e polistrumentista siciliano. In attesa del suo primo EP, gli abbiamo fatto qualche domanda per conoscere meglio lui e la sua musica.
Ciao Pasquale! Come inizia il tuo percorso artistico?
Ciao! Innanzi tutto, piacere di conoscervi. Il mio percorso inizia dalla provincia di Palermo, da una sala prove improvvisata dentro una vecchia casa impolverata. Suono la chitarra da quando avevo sedici anni, ma scrivo praticamente da quando ho imparato a farlo. Ero un bambino alquanto creativo, scrivevo brevi storie già alle elementari. Il primo brano l’ho scritto invece intorno ai diciassette anni (chiaramente era una canzone d’amore!). Negli anni, dopo aver suonato a lungo in parecchie cover band, mi sono dedicato alla pratica su diversi strumenti: tastiere, basso, percussioni e drum machine, un po’ meno al pianoforte. Tutto perché avevo voglia di iniziare a produrre della musica originale. Così ho allestito un home-studio e tutt’oggi creo musica dentro alle mura di casa mia. È una prassi sempre più frequente tra i musicisti. Credo di avere un’idea chiara della musica che voglio fare, ho dei cardini quando produco o arrangio qualcosa. Cerco sempre di essere originale, ma ho sicuramente dei modelli da seguire quando scrivo o suono. Lucio Dalla, John Mayer, Dimartino… sono solo alcune delle reference che si possono rintracciare nel mio stile.
“Multinazionale” è il tuo nuovo singolo. Come nasce?
Era il dicembre 2020. Mi servivano una strofa ed un ritornello per prendere parte ad un contest online organizzato da Palermo Suona, una pagina Instagram che si occupa di musica ed eventi che si svolgono in Sicilia. Ho scritto di getto la prima strofa, poi il motivo del ritornello. In quei giorni riascoltavo il primo album di Vasco Brondi, quando ancora si faceva chiamare “Le Luci della Centrale Elettrica”. Di certo il mio brano non ha atmosfere così cupe. O quantomeno non da un punto di vista del sound. È un pezzo che procede per immagini. Mi piace comporre questo genere di musica. Mi piace l’andamento dei 6/8 (per chi mastica di “musicismo”). Qui però, pur avendo di fronte una ballad, la mia ricerca andava in una direzione tutt’altro che analogica. Ci sono chitarre elettriche, drum machine, synth che simulano suoni celestiali e flute alla “Strawberry Fields Forever”, organi elettrici… Volevo creare un ambiente onirico, sospeso.
Quali temi tocca la traccia?
È un brano complesso, dalla scrittura parecchio densa. Per essere brevi: “Multinazionale” utilizza il tema dell’amore come una scusa per parlare di consumismo, omologazione e di tutti quelli che potrei definire i mali del nuovo millennio. Anche se – tecnicamente – questi fenomeni affondano le loro radici nella prima metà del ‘900. Gli “idoli” e le “madonne” del ritornello sono i nuovi metri, i canoni di una fede nuova, che annulla la personalità del singolo in favore di uno standard collettivo. La copertina stessa del brano è un’operazione di (passatemi il termine) de-brandizzazione, di spersonalizzazione del marchio. È un tentativo grafico di trasformare un simbolo qualsiasi del consumismo (possa quella confezione essere una caramella, della cioccolata, piuttosto che un farmaco) in un prodotto – più che personalizzato – personale. L’idea è quella di ridurre un brand ad una multinazionale qualsiasi e di rimettere la nostra singolarità – la mia nel caso della copertina – al centro di tutto. Non la definirei una critica. Penso che ormai non ci sia via d’uscita da certe logiche. Dentro questo brano c’è più la rassegnazione a questa condizione sociale. “Multinazionale” è in definitiva un invito a raccogliere le ultime piccole, minuscole cose che rimangono. Quelle vere, intime. Paradossalmente speciali… Per cui dobbiamo averne cura.
Farà parte di un progetto più organico?
Questo singolo fa parte di un album che si chiama proprio “Piccole, minuscole cose”. È il mio primo disco e vedrà la luce dopo l’estate. Si tratta di un progetto interamente sviluppato nel mio home- studio e distribuito dall’etichetta discografica MIND. Tutte le tracce del disco sono state scritte, suonate e quindi prodotte da me. Mettiamola così: sono il genitore unico di dieci figlie!
Cosa hai in programma? Usciranno a breve altri singoli?
Mi (anzi ci) aspettano mesi di musica nuova, inedita. E tanti concerti dal vivo, o almeno spero! Credo che senza la dimensione live abbia poco senso fare musica. Per l’estate che verrà spero di passare più tempo davanti al microfono che su Instagram. “Piccole, minuscole cose” tratterà di temi simili a quelli già citati, ma non solo. I brani che compongono il disco sono davvero eterogenei. I prossimi singoli saranno di sicuro meno densi, più diretti, tendenzialmente più leggeri nella forma, ma sempre ricchi di contenuto. “Innovativi” non saprei quanto, magari mi direte voi! L’obiettivo è solo uno: comunicare. Scrivo per raggiungere un target preciso di persone, ma si sa: la musica è in grado di superare qualunque confine. Staremo a vedere!
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