Intervista a Pino Strabioli: il valore dell’amicizia e della condivisione
Dallo spettacolo che racconta la vita di Christian De Sica al suo circolo virtuale
Musica e teatro sono temi a lei molto cari, chi la segue e la apprezza lo sa bene. Rappresentano anche il filo conduttore della vita di Christian De Sica, protagonista dello spettacolo che avete portato di recente in televisione, “Una serata tra amici”.
Sono i racconti di Christian, l’avventura di questo uomo incredibile, figlio di Vittorio De Sica. Ha fatto 110 film ed è amatissimo dal pubblico. È un piacere stare sul palco con lui, accompagnarlo in un racconto tra parole e musica.
Come è nato?
Da una sua idea qualche anno fa. Poi abbiamo costruito una drammaturgia intorno alla sua biografia. Via via lo abbiamo arricchito con cose che incuriosivano me o con aneddoti raccontati durante una cena.
Da quanto vi conoscete?
Tra colleghi è difficile dare una data. Ci conosciamo da tanto, però l’amicizia e la frequentazione sono nate tre, quattro anni fa, quando abbiamo iniziato a lavorare insieme. Io andavo a vederlo a teatro e lui è venuto a vedere me, ricordo, quando facevo un lavoro dedicato a Sandro Penna. Dopo è nata la possibilità di collaborare e abbiamo fatto tante piazze in giro per l’Italia, fino all’esperienza su Rai Uno.
Cosa ha portato alla vostra amicizia il lavorare insieme?
È stata una continua crescita, sia dell’amicizia che dello spettacolo. Quando sei in scena in una situazione, come in questo caso, di musiche e parole, la scaletta cambia. L’abbiamo riscritta e il format televisivo è stato diverso e sarà ancora diversa la prossima versione teatrale, anche se dei punti fermi restano. Lavorare con lui è un piacere, ci sono affiatamento, complicità, divertimento. E più si ha confidenza, più si ha complicità.
Una bella amicizia!
Christian è una persona vera. Io a questo punto della mia carriera scelgo i progetti, ma scelgo anche le persone. Dopo aver avuto la fortuna di stare accanto a Paolo Poli, Franca Valeri, Paolo Villaggio, Gabriella Ferri, Patty Pravo, persone che per me rappresentano esempi, stimoli di curiosità e coerenza, allora: devi scegliere. In questo caso, anche Christian mi ha scelto. Me lo avesse proposto un altro, forse avrei detto di no. Perché quando si fanno le tournée, non si condividono soltanto le due ore in cui stai in scena. Ci sono i viaggi, gli alberghi, le cene, devi star bene con le persone con cui lavori. Con Christian è così, un bel viaggio.
Tra poco ripartirete, quindi, con “Christian racconta Christian De Sica”. C’è già una prima data?
Non ancora. Le date sono da decidere. Siamo in attesa, dato il momento…
In questo periodo di parziale fermo lei, che ha continuato a fare cultura, parlando di teatro, musica e libri, in televisione e in radio (ne “Il caffe di Raiuno” e su Rai Radio2 “Grazie dei fiori” – ndr.), si è aperto al colloquio con amici e fan tramite dirette serali su Instagram. Cosa può dire di questa esperienza?
Io non sono un grande tecnologico, non ho mai avuto una grande dimestichezza con i social, li usavo così, per condividere dei momenti soprattutto professionali. In questi ultimi mesi, dovendo stare molto più a casa, ho iniziato ad avvicinarmi a poco a poco, come un gatto, a questa cosa. Poi, con la possibilità di estendere le dirette a più partecipanti, è iniziata una sorta di gioco di gruppo, si è creata complicità e siamo cresciuti di numero. Credo sia una bella maniera per stare insieme.
Un salotto dell’era digitale…
Un circolo diventato quasi un piccolo format, a cui si affacciano colleghi e amici, da Santino Fiorillo, bravissimo casting della Rai, a Giorgio Borghetti, attore e doppiatore, fino a Davide Maggio, esperto di programmi televisivi. Anche lui ha le sue dirette, in un altro orario e a volte mi “trasferisco”. Partecipano però anche persone che non fanno il nostro mestiere, persone che hanno voglia di raccontarsi, in uno spazio in cui ci si confronta, si ride, si scherza, senza mai esagerare nei toni.
Lei appare sempre molto pacato, quasi serafico.
Io credo di essere me stesso. Ogni tanto si insinuano persone che cercano di sfottere, ma rispondo con serenità e leggerezza.
Hanno partecipato anche Mara Venier e Sabrina Ferilli…
E a quel punto i numeri di chi guarda schizzano in alto, ma anche la dimensione più intima mi piace molto. Mi scrivono in moltissimi per chiedere: “Stasera farai la diretta?” e certe volte mi sento quasi in colpa se non la faccio. Ora da lunedì il paese riapre, torneremo a goderci la piazze ad avere una socialità più reale, per cui diraderò gli appuntamenti, ma è un’esperienza che va coltivata, anche se non più con cadenza quotidiana. Vi ho trovato un’umanità vera, sono incontri molto piacevoli. Mi piace il “viaggio” che abbiamo trovato, di scherzi, leggerezza, ironia e anche di momenti in cui le persone si confessano e vogliono condividere una debolezza, un dolore, un momento di difficoltà. Un po’ quello che mi accade quando le persone mi fermano per strada, dicendo: “Lei mi ha tenuto tanta compagnia.”. Questo dà senso al nostro lavoro, dare qualcosa a qualcuno. In queste serate noi ci doniamo tutti qualcosa, è uno scambio di emozioni con cui usciamo dalla solitudine, un dare e un ricevere.
Francesca Padula