Intervista a Luciano Varnadi Ceriello, scrittore e cantautore: l’ultimo romanzo “Il segreto di Vivaldi”, il nuovo disco e i prossimi progetti
Reinhard Freidmann è un ex generale nazista che ha scelto, nel 1939, di abbandonare l’esercito per imboccare la strada della fede, pur non prendendo i voti. Prende il nome di Padre Lazzaro, ed è così che lo chiama Federico, il figlio che ha preso in custodia. Una mattina Reinhard entra nella stanza del figlio e vede sulla sua scrivania il “Mein Kampf” di Hitler e, nel cestino della spazzatura, una lettera che aspettava da tempo. In quel momento viene colpito alla testa e sviene. Al risveglio avrà una brutta sorpresa e verrà costretto a decifrare un codice di fondamentale importanza…
“Il segreto di Vivaldi. Tra esoterismo e passione” (Curcio Editore, 2021, Collana New Minds, pp. 304, euro 14,90) è l’ultimo libro della trilogia di Reinhard Friedmann scritto da Luciano Varnadi Ceriello, preceduto da “Il segreto di Chopin” (2017), vincitore di 22 premi letterari, e “Il segreto di Marlene. Viaggio alla ricerca del sé” (2019), vincitore del Premio Etnabook. Una storia coinvolgente narrata in prima persona dallo stesso Reinhard, che in più occasioni dovrà affrontare i fantasmi del suo passato. Per avere qualche dettaglio in più abbiamo fatto qualche domanda all’autore.
“Il segreto di Vivaldi” chiude la trilogia dedicata a Reinhard Friedmann. Ci racconta il percorso creativo che l’ha portata alla stesura di queste tre storie che mischiano diversi ambiti artistici? In origine aveva pensato la storia già suddivisa in tre volumi?
Il percorso creativo letterario è nato circa dieci anni fa. Ero un cantautore di matrice rock e da poco era uscito il mio album CONTESTATORE ROMANTICO edito dall’etichetta discografica AFREmusic, non ero per niente interessato alla musica classica ed ero attratto solo da alcuni movimenti di avanguardia, quando una notte feci un sogno che cambiò la mia vita, a livello artistico intendo: sognai Chopin che mi chiese di scrivere un testo sul suo secondo Notturno, l’Op. 9 N. 2 in Mi bemolle maggiore. Non diedi subito seguito a quel sogno e lasciai cadere la cosa, però, quando ascoltavo quella melodia alla radio oppure alla televisione, quelle note facevano nascere nella mia mente le parole. Fu così che una sera decisi di cimentarmi nella scrittura di ciò che mi dettava il cuore e, quasi di getto, mi venne fuori il testo del brano LA PIANISTA, scritto con corrispondenza sillabica sulla melodia del Notturno di Chopin. Da allora ho iniziato a subire il fascino della musica classica e, preso da un inarrestabile flusso creativo, ho scritto i testi su tutti e ventuno i Notturni di Chopin che ho inserito, sottoforma di poesie, alla fine di ogni capitolo del romanzo IL SEGRETO DI CHOPIN. All’inizio non avevo pensato a una trilogia, ero alla prima mia esperienza come romanziere, per cui non sapevo neanche se sarei riuscito a portare a termine il primo libro, poi ho seguito l’ispirazione, come del resto faccio sempre, e ho così deciso di sviluppare la storia dividendola in altri due volumi.
Come è nato il personaggio di Reinhard Friedmann? In lui convivono due nature: l’ex generale nazista, freddo e spietato, e padre Lazzaro, esattamente all’opposto: la narrazione in prima persona vuole mettere in risalto sia questa compresenza sia l’evoluzione del personaggio?
Il personaggio è nato durante la stesura del primo romanzo. Ero partito pensando che il protagonista principale dovesse essere Chopin, poi l’intera storia ha preso una direzione diversa e Reinhard Friedmann si è impossessato del ruolo di protagonista, ruolo che ha interpretato per l’intera trilogia. Reinhard è figlio di un generale del Kaiser Guillermo e di una donna fervente cattolica, suo padre lo ha avviato alle armi sin da quando era bambino e sua madre ha tentato sempre di preservarlo dalle passioni belliche di suo marito. L’intera trilogia è il frutto della ricerca interiore di Reinhard Friedman, ricerca nella quale il protagonista vive in un eterno equilibrio tra le sue due anime, quella del soldato e quella del prete. La narrazione in prima persona agevola l’esposizione del flusso di coscienza che Reinhard vive nel suo cuore, organo che spesso è in conflitto con la sua mente.
Soffermiamoci sul denominatore comune dei tre romanzi, oltre al protagonista: la parola “segreto”, il movente di tutta l’azione. Il segreto può essere inteso qui come sinonimo di “potere”?
Se intendiamo il “potere” della mente sul corpo e, allo stesso tempo, il “potere” del cuore sulla mente, l’accezione del termine ben si presta al sinonimo del “segreto”. Vi è però un “segreto” vero e proprio celato all’interno di ogni romanzo, che si rivela, ovviamente, solo nel finale di ogni libro.
Il sottotitolo del libro è “Tra esoterismo e passione”: quanto l’esoterismo fa parte della vita?
La vita di tutti i giorni, se ben scrutata, è piena di enigmi ermetici e occulti, ognuno nella propria individualità può proiettarsi o meno nella decifrazione di essi, oppure lasciar correre e non soffermarsi su codeste analisi. Basti pensare alla semiotica (pragmatica, semantica o sintattica che sia) per ritrovare segni dell’occulto, manifesti oppur celati.
Anche per questo volume la grafica di copertina è stata affidata all’arte di sua moglie Amelia Musella. Per “Il segreto di Vivaldi” si tratta di un estratto da “Il canto della vita”, cosa rappresenta per lei questa immagine e l’idea del canto della vita?
Per questa risposta cedo volentieri la parola a mia moglie, la mia costante fonte di ispirazione. Amelia Musella: “L’immagine di copertina è un particolare di una tela, rappresenta il ciclo vitale di una pianta al quale partecipa l’uomo in simbiosi con la natura, la quale porta in serbo il frutto della vita. Da notare la mela nella pupilla dell’occhio che rappresenta la continuità dell’esistenza.”
Lei è anche un cantautore e per la trilogia ha scelto tre grandi compositori classici: Chopin, Mendelssohn e Vivaldi. Ciascun libro è abbinato a un disco e per “Il segreto di Vivaldi” ha pubblicato “VivaldInKanto – Opera POP” con i testi che si trovano al termine della storia. Quando l’ha composto?
I testi di VivaldInKanto – Le quattro stagioni – Opera POP li ho composti nel 2015, quando mi sono accorto della potenzialità che avevano le melodie di Vivaldi. L’ispirazione è nata nell’ammirare il quadro de “Le quattro stagioni” realizzato da mia moglie Amelia che campeggia da diversi anni nel salotto di casa mia. Amelia ha diviso il corpo di una donna in quattro parti che rappresentano le quattro stagioni dell’anno (Il quadro è l’immagine di copertina del disco), io nei miei testi ho messo in correlazione le età della donna con le quattro stagioni dell’anno, dove alla primavera corrisponde la nascita di una bambina, all’estate il periodo dell’adolescenza, all’autunno il periodo della maturità e all’inverno, quello della vecchiaia. Gli arrangiamenti del disco li ho affidati a mio figlio Giuseppe che si è dato come nome d’arte Kristo e le voci sono di Tony D’Alessio (attuale voce del Banco del Mutuo Soccorso) e del trio Le Matrioske formato dalla mia storica collaboratrice Vera Mignola, da sua figlia Nunzia Duri e da sua nipote Orsola Guerriero.
Ha già in cantiere un nuovo progetto letterario – musicale?
In cantiere ci sono due progetti letterario-musicali, da me chiamati ProsiMeloMetri. Il primo è formato da dodici romanze di Mendelssohn orchestrate per quartetto d’archi dal maestro Ivano Leva e il secondo contiene otto brani di un compositore francese del quale al momento non rivelerò il nome e la voce dell’intero progetto anche in questo caso sarà quella di Tony D’Alessio.
Quali sono gli scrittori e gli artisti musicali che predilige?
Gli scrittori che prediligo in assoluto sono Hugo, Dostojewski e Kafka. Riguardo gli artisti musicali, sono figlio di ascolti di De André, Battiato, Camisasca, CSI, Guccini, Fossati e di tutto il cantautorato italiano.
Roberta Usardi