Intervista a Cecilia Quadrenni: il singolo “Bella Stupenda” e l’amore per le cover
Il 21 maggio è uscito “Bella stupenda” (Solidea Records / Believe), il nuovo singolo scritto e interpretato da Cecilia Quadrenni, cantautrice toscana. Questo brano è nato dalla necessità di ritrovare nuovi stimoli dopo il periodo di stop che la vita quotidiana ha subito a causa dell’emergenza sanitaria. Il videoclip del brano è stato diretto da Alex Marchi, con la scenografia e sceneggiatura di Marco Brachini. Il protagonista, interpretato da Carlo Ercolani, cerca di scappare dalle difficoltà della vita reale rifugiandosi in una relazione immaginaria con una bambola gonfiabile. Ma la bambola prenderà vita spingendo il ragazzo a vivere una vita reale al di fuori della sua cameretta. Cecilia Quadrenni è sulle scene musicali da quasi dieci anni: ha esordito nel 2012 con un EP di cover dal titolo “Molto personale” seguito da un EP di inediti in lingua inglese “To Summer” nel 2013. Dal 2019 inizia a cantare in italiano con il singolo “Esco nuda” seguito dai successivi “Verso Oriente” e “Delitto perfetto”. Scopriamo qualcosa in più su questa artista.
Quando hai scritto il brano “Bella stupenda”?
Mi è venuta l’idea l’estate scorsa, ma l’ho messa a punto negli ultimi mesi. Anche se ha le radici nel passato è legata al periodo che abbiamo vissuto e che ci ha messo alla prova.
In “Bella stupenda” esorti a vivere la realtà invece di rifugiarsi nel virtuale, come trovi il connubio tra la tecnologia e la realtà?
Esistono già persone che grazie agli strumenti tecnologici evitano la società e si rifugiano in casa. I mezzi virtuali aiutano a impigrirsi e durante il lockdown hanno invaso anche le persone non soggette a timidezza, in più ora si aggiunge il problema della ripartenza, dover ri-uscire dopo tanto tempo. Questo fatto mi ha fatto immedesimare nelle persone che hanno questa paura, ci vuole coraggio per ricominciare. Stando sempre a casa si creano nuove abitudini e ci si scontra con la voglia di ricominciare contaminata dalla paura.
Hai scrjtto “Bella Stupenda” immedesimandoti in una bambola gonfiabile che un uomo usa per compensare la sua solitudine: dalla parte opposta, una donna quale espediente cercherebbe per supplire alla stessa mancanza?
Una donna potrebbe crearsi ammiratori virtuali attraverso immagini che non la rappresentano, creando un personaggio.
“Bella stupenda” continua il tuo percorso in lingua italiana dopo un EP in inglese e alcune canzoni in francese. Hai in mente di pubblicare un disco in lingua italiana?
Sì, ho anche un live pronto con brani inediti italiani e cover in inglese, ma con il Covid è saltato tutto. Ancora non è ripartito tutto, aspetto che ci sia un po’ di chiarezza per procedere, un disco va promosso adeguatamente. “Bella stupenda” è stata un’esigenza, non era in programma.
Hai altre canzoni pronte da pubblicare?
Sì, i brani che fanno parte dell’album, che vorrei proporre in autunno.
Il tuo stile nei brani in inglese e nei brani in italiano è molto diverso: quelli in inglese di “To Summer” del 2013 sono molto più acustici mentre quelli in italiano virano verso l’elettropop, da cosa deriva questo cambio?
Mi definiscono una cantautrice, ma io mi sento un’interprete che scrive le canzoni, quindi seguo molto a livello interpretativo la vocalità e la melodia, e in base a quello scelgo la lingua e l’arrangiamento che è in linea con quello che sto esprimendo, per questo ci possono essere differenze. La lingua italiana richiedeva un arrangiamento un po’ più elettronico perché non sentivo la melodia con una resa acustica. Cerco di guardare tutto l’insieme, il cambio non è per esplorare, ma per avere una direzione più precisa verso quello che voglio dire.
Hai esordito con l’EP di cover “Molto personale” nel 2012, che contiene, tra le altre, la tua versione di “Take on me”, come nacque quel progetto e come mai quel titolo?
“Molto personale” è un titolo ironico perché nato da esigenze razionali e pratiche. In quel periodo avevo fatto un piccolo tour a Londra e oltre ai brani inediti serviva qualche cover internazionale. Per me è stata la sfida personale di prendere grandi successi, anche lontani dal mio mondo e dal mio stile, come Lady GaGa, e dare una mia impronta. Tante persone mi dissero che avevo cantato quei brani in maniera molto personale, quindi mi è piaciuto dare questo titolo all’EP. Quando le persone che collaboravano con me nella promozione sentirono “Take on me” mi dissero che in radio poteva avere un certo rilievo, infatti è stato uno dei brani più trasmessi e mi invitarono a UnoMattina. È stata una sfida per vedere se sarei riuscita a portare nel mio mondo canzoni di altri.
Con le cover hai sempre continuato, di recente hai pubblicato anche quella di “Unintended” dei Muse, è un percorso in parallelo ai brani inediti?
Sì, questo testimonia quello che ti ho detto prima, mi sento un’interprete, e nel mio percorso ci possono essere canzoni come “Unintended”. Scrivo sempre la direzione della mia vocalità, il mio modo di esprimermi come cantante.
Stai lavorando ad altre cover ora?
Al momento no, mi sto concentrando su “Bella stupenda”, ma ho in mente di rivisitare anche dei brani di opera in chiave pop, un’altra occasione per esprimere una parte di me. È un piacere personale reinterpretare le cover, ne sento l’esigenza.
Hai mai cantato la cover di un brano italiano?
Sì, ho cantato “Bella d’estate”, che si trova su YouTube, Mango è uno dei miei autori preferiti e anche nel live che propongo c’è un omaggio a lui. Tra i miei inediti e le cover voglio proporre sia dei brani di Mango sia di Franco Battiato.
L’anno prossimo festeggerai dieci anni di attività musicale, hai in mente qualcosa di speciale, al di là di tornare a cantare dal vivo?
Un sogno che ho sempre avuto è di cantare a Taormina, chissà…
Hai in programma qualche collaborazione in lingua francese?
Ho avuto contatti con Frederic Maze, un giornalista francese che lavora in Senegal e con lui ho scritto dei brani, uno è “Corsaires”, che è stato trasmesso alla televisione senegalese di Youssou N’Dour, un altro invece farà parte di una commedia musicale.
Roberta Usardi
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