“Intelletto d’amore” di Lella Costa, un one-woman show su Dante al Carcano
Lella Costa è un’istituzione del teatro italiano e, in occasione dei settecento anni dalla morte di Dante, ha scelto di portare al Teatro Carcano di Milano un monologo, un one-woman show, sull’autore che tutti gli studenti italiani conoscono bene. Il monologo è stato scritto da Lella Costa e Gabriele Vacis, ma è stato pensato solo per l’attrice, una donna energica, frizzante, ironica e carismatica. Lella Costa imbriglia le emozioni del pubblico come un tornado e interpreta i ruoli più disparati come una vera trasformista, scimmiottando diversi accenti italiani e interpretando uomini e donne di tutte le età. L’attrice sa giocare con la Divina Commedia senza banalizzarla, e in tacchi e ampio vestito lungo spiega l’opera con un linguaggio semplice, moderno, informale e irriverente.
Protagoniste dello spettacolo sono alcune delle donne del capolavoro dantesco o della vita del poeta. Lella Costa ha immaginato la personalità di tali personaggi, la loro voce e la loro postura per farli vivere sul palcoscenico. La chiave di lettura prevede che un poeta possa rendere una donna immortale, ma non dirà mai tutta la verità; proprio per questa ragione le donne di Dante prendono vita, vogliono infatti dire la loro sui fatti narrati dal poeta. Le grandi donne protagoniste dello spettacolo sono Gemma Donati, la moglie di Dante che vive nell’ombra di Beatrice, l’immancabile Francesca, condannata ad essere sballottata dal vento insieme al suo amante Paolo, l’etera Taide e una giovane Beatrice di nove anni in abito rosso stile “Barbie principessa medievale”. L’autrice ha inoltre offerto un’interpretazione personale e originale della Divina Commedia, raccontando per esempio del proprio passato a scuola e non lesinando la propria opinione. Ogni opportunità per fare una battuta non viene sprecata, inoltre Lella Costa non racconta solo Dante, ma anche ciò che il poeta fiorentino ha significato per l’Italia e in particolare per i ragazzi e le ragazze che studiano le opere del poeta. Certe volte però è necessario cessare di esprimere il proprio punto di vista e lasciare che sia il poeta a parlare: l’artista propone così la recitazione a memoria o la lettura di alcuni passi dell’Inferno o delle poesie dello stilnovo. Anche in questo caso tuttavia i versi vengono interpretati da Lella Costa, in quanto il ritmo, le pause e il timbro della voce sono sapientemente stabiliti dall’artista. È singolare notare che lo spettacolo non tratta soltanto temi appartenenti alla Divina Commedia, ma affronta anche le poesie stilnoviste e la vita privata di Dante, offrendo una presentazione a tutto tondo dell’autore.
Il palcoscenico è un trionfo di luci: sono stati disseminati ovunque dei leggii, decorati con delle lucine natalizie che evocano le stelle così tante volte menzionate nella Divina Commedia. Tali oggetti di scena celebrano l’importanza della parola scritta, ma anche dell’oralità in quanto essi vengono utilizzati per leggere ad alta voce. Di tutti i leggii soltanto uno viene utilizzato da Lella Costa e proprio per questo motivo si trova in primo piano rispetto agli altri. Si tratta di una soluzione semplice ma suggestiva, che crea una piacevole atmosfera senza oscurare troppo la spumeggiante personalità dell’artista in scena.
All’uscita dal teatro è possibile acquistare un volumetto contenente il testo dello spettacolo. Si tratta di un’occasione unica per possedere le parole che ci hanno emozionato nel corso della serata. Come ha sostenuto Lella Costa all’apertura dello spettacolo, può sembrare superfluo celebrare Dante nell’anno del suo anniversario, in un periodo in cui pare che ogni iniziativa culturale sia dedicata al sommo poeta. Nonostante ciò questa messa in scena ha saputo distinguersi, proponendo un’interpretazione innovativa da parte di un’artista eclettica e accattivante. Una donna ha dato voce alle donne di Dante, tingendo di rosa le pagine della Divina Commedia: ancora una volta Lella Costa ha fatto centro.
Valeria Vite
Fotografia di Stefano Spinelli