“INEVITABILE FOLLIA. PRENDETE E SPARATENE TUTTI” DI ANDREA D’URSO
Una delle cose certe di questo libro è l’inevitabile follia in crescendo che scuote i lettori, fa dimenticare loro i confini spazio-temporali e li inonda di idee e domande stravaganti da parte del protagonista a cui tenta egli stesso di dare risposta pagina dopo pagina.
“Come dire, la mia fu un’adolescenza infuocata. Tenevo un fuoco dentro che non sapevo come spegnere […]. C’era poco da mulinarci intorno. Sopravviveva una sola possibilità per spegnere una volta per tutte quel dannato fuoco: diventare criminale”.
Ricordi d’infanzia, pallottole, pestate, pillole filosofiche accompagnano il protagonista che racconta minuziosamente al lettore tutto ciò che è chiamato a fare ogni giorno per conto del fantomatico Mister Karagiris. Le faccende, a volte, sono rognose: il protagonista deve badare al branco di criminali a cui è stato assegnato da Mister Karagiris rivelando ai lettori i disastri di una criminalità perennemente disorganizzata, poi deve badare al cane del Capo e, infine, alla moglie di quest’ultimo, Anita. Il protagonista viene sballottato da una parte all’altra dei luoghi che affollano questo libro. Non un’indicazione precisa. Tutto sembra indefinito. La ricerca della verità, delle risposte avviene soltanto scalando il tempo del surreale. Così può capitare che egli si ritrovi in un negozio di giacche intento a cercare Anita, che è fuggita con un uomo di cui non si sa il nome e che, inseguendoli, si ritrovi in un bosco e, al risveglio, un’altra ineluttabile verità: cosa è diventato?
La sperimentazione, le scene surreali e l’originalità sono alla base di “Inevitabile follia. Prendete e sparatene tutti” di Andrea D’Urso (Stampa Alternativa, Collana Eretica, pp. 182, euro 13) che cerca di comporre e scomporre generi, lasciando impronte letterarie divertenti tra le sue pagine.
Debora Colangelo