“Incontro al tuono vicino” – Il viaggio interiore di Giovanni Peli
Una raccolta poetica incentrata sui legami, “Incontro al tuono vicino” (Prospero Editore, pp. 80, euro 8) di Giovanni Peli, che dalla fine – a ritroso – ci porta all’inizio, un principio che però non prende le sembianze di ciò che era, ma dell’adesso: la nascita. In questi versi, la figura dell’anziano padre viene sovrapposta e avvicinata a quella del figlio appena nato che comincia la sua strada verso il mondo. Una fine a reclamare un immediato inizio.
“Anche il vecchio si ripara con le palpebre del neonato”
Attraverso cinque fasi, si legge un legame forte col passato, troppo doloroso da spezzare ma inevitabile. I ricordi così vividi e così vicini non permettono di vivere a pieno l’adesso, ma diventano il rimpianto dei momenti futuri. Cosa poteva essere e non è stato? Di chi è l’errore? Chi pagherà. Non ci sono sconti per nessuno in questi versi, e scorrono inarrestabili senza punteggiatura, come se il fervore che li anima potesse in qualche modo cambiare il corso delle cose. La rabbia non lascia spazio alla rassegnazione, ma continua a muoversi e cercare senza sapere cosa o perché, “lo schifavo quest’uomo che potevi essere tu”.
E man mano queste prime parole lasciano spazio al nuovo, alla sorpresa dei primi suoni, dei giochi e dei passi. Al legame e ai nomi che “non corrispondono ai loro oggetti”. Al legame di vita, al legame carnale che dalla passione fa “come libellule volare”.
Giovanni Peli attraversa e mette a nudo i suoi moti interiori, tutti, non tralascia nulla, mostra forza, fragilità e poesia, abbandonando poi la raffinatezza per toccare con mano ciò che è, ciò che siamo. Senza giri di parole, senza parlare e “limitando i danni / abbracciare”.
Marianna Zito