In fondo al tuo cuore di Maurizio De Giovanni
Come sempre siamo a Napoli, caldo afoso e insopportabile del 14 luglio 1932; fervono i preparativi per la festa della Madonna del Carmine, un noto ginecologo napoletano cade dalla finestra del suo studio. Sembra un suicidio, ma alcuni elementi non quadrano: manca il solito biglietto di spiegazione o di addio e niente sembra giustificare il desiderio autodistruttivo in una persona ricca e di successo. Unico indizio: due anelli d’oro e diamanti di uguale valore ed identica fattura, destinati però a due donne diverse: uno per la moglie, l’altro per l’amante, Sisinella una giovane ex prostituta alla quale va l’ultimo pensiero del morente. Ed è da qui che partono le indagini del Commissario Ricciardi che porteranno a imprevedibili scoperte.
In fondo al tuo cuore di Maurizio De Giovanni (Einaudi 2014), è un libro triste, bello e straziante. Il dono di questo scrittore non è tanto la storia, il giallo in sé, ma la parte umana dei personaggi scolpiti in maniera indelebile parola dietro parola. Le pagine che De Giovanni ci regala sono pagine da un impatto visivo potente, affreschi di paesaggi e sentimenti che investono il lettore facendogli sentire voci, atmosfere e profumi di una grande città, i venti del mare, i battiti del cuore, le carezze di due innamorati, senza mai farli scadere nello sdolcinato, banale o scontato, inesorabile trappola per altri autori.
Per questa sua perizia narrativa, sarebbe alquanto riduttivo considerare De Giovanni un semplice scrittore di gialli. È vero c’è sempre un delitto, un’indagine da svolgere, un colpevole da scoprire, ma in tutto questo trovano spazio la poesia, i sentimenti, la religiosità pagana del popolo partenopeo, gli antichi mestieri e persino le canzoni. Il tutto incastonato in quella città magnifica e superba che è Napoli, con le sue atmosfere, l’intreccio di strade, il colore e il calore del popolo, il brusio dei mercati. E allora i personaggi di De Giovanni non sono né totalmente buoni, né assolutamente cattivi, semplicemente umani, vivi, contraddittori forse, ma estremamente reali.
Francesco De Masi