“Impossibile” di Erri De Luca
“Impossibile è la definizione di un avvenimento fino al momento prima che succeda“.
In questa frase che leggiamo sulla quarta di copertina, c’è racchiuso il senso ultimo di questo romanzo “Impossibile” di Erri De Luca, edito da Feltrinelli (pp. 125 euro 13,00). Un libro che potremmo definire perfetto per qualità di scrittura e ritmo della narrazione e che, attraverso punti di vista diversi spinge il lettore a interrogarsi; c’è il punto di vista di chi in prima persona ha vissuto un periodo storico, definito poi gli anni di piombo e c’è il punto di vista di chi ha appreso di quegli anni soltanto attraverso i libri.
Un giovane magistrato e un imputato, l’uno di fronte all’altro, in un interrogatorio che a tratti diventa anche dialogo più intimo, pur non abbandonando mai né l’uno né l’altro la propria posizione. Dopo quarant’anni da un processo che li ha visti uno nei panni del pentito, l’altro in quelli dell’accusato, due uomini si incrociano su un sentiero di montagna della Val Badia. Il primo cade in un precipizio, mentre il secondo, testimone unico, chiama i soccorsi. È stata una coincidenza a condurli lì? E quanto è accaduto è stato davvero un incidente?
“Si va in montagna da soli per starsene da minuscoli dentro le immensità di natura. Molte le variabili in salita, dall’incontro con una cerva all’incontro con una cerva all’attraversamento di una foresta sradicata dal vento. Unico il caso di due che si ritrovano in un passaggio esposto a decenni di lontananza dalla fine della loro amicizia. Qui c’è il verbale del loro avvenimento. Il loro impossibile non avviene come fulmine a cielo sgombro, ma come crollo di valanga per lento accumulo di tempo sopra pendio”.
Il magistrato è convinto che l’incidente accaduto alla Cengia del Bandiaracc sia un regolamento di conti, il duello fra due vecchi compagni di lotta, anche molto amici di gioventù. Scarta l’ipotesi dell’incidente perché per lui la coincidenza di quell’incontro in montagna è impossibile; l’imputato gli risponde che impossibile è la definizione di un avvenimento fino al minuto prima che accada. Subito dopo diventa inevitabile,
Attingendo alla memoria personale, Erri De Luca ci accompagna a vedere la storia di quegli anni con maggiore consapevolezza; perfettamente al centro e indagando due punti di vista opposti: lo Stato e l’imputato. Ma ancora più in evidenza è la possibilità di credere che, a volte, l’impossibile non è nient’altro che qualcosa che non riusciamo ad immaginare e che invece accade, accade continuamente. Alla durezza di un interrogatorio serrato, sono contrapposte sette lettere, che l’imputato scrive alla sua donna quando è solo nella sua cella. Lettere mai spedite che iniziano tutte con Ammoremio e che raccontano un amore così maturo da nutrirsi anche senza la presenza costante, fisica. Si nutre di tutto ciò che si è saputo costruire insieme e che rende l’altro presente in ogni istante, “Qui dentro sei dovunque. Non t’immaginavo così costante”. Alle lettere sono affidate le riflessioni più intime di quei giorni di interrogatorio; riflessioni sincere su di sé, sul proprio sentire i valori di uguaglianza, libertà e fraternità. Sembra impossibile, ma in quella cella, lui, l’imputato ormai avanti negli anni e con un bagaglio di esperienza immenso, si sente profondamente libero. Sente di aver percorso la propria strada restando fedele ai propri ideali.
Con “Impossibile”, Erri De Luca dà ai lettori la possibilità di riflettere su valori universali. Riflessioni così attuali e urgenti oggi. E lo fa con molta attenzione alle parole e al loro significato profondo, utilizzando un linguaggio chiaro e diretto. E a noi arriva proprio la cura, sempre riconoscibile in ogni suo scritto, per la lingua. “Io proteggo la lingua che uso!.
Letizia Chippari