“Immagini e parole”, cosa dicono le fotografie di Cartier-Bresson
“il genio del fotografo è che il mondo gli si offre, pronto” – François Bon
“Immagini e parole” (pp. 152, euro 22.90) è un esperimento emotivo. È una sorta di gioco pensato nel 1988 da Robert Delpire, che mette a confronto gli stati d’animo di persone diverse di fronte ad alcune immagini. E queste immagini, raccolte in un volume edito da Contrasto, sono le fotografie – tra le più famose nel mondo – di Henri Cartier-Bresson. Sono cinquanta, come cinquanta sono le voci che ne parlano attraverso il proprio animo, raccontando quale è per loro il significato o la caratteristica più rilevante che osservano i loro occhi. Autori che, come narra l’introduzione di Robert Delpire, sono a questo grande fotografo affini, riuscendo in questo modo ad ampliare la percezione delle immagini stesse.
“Una finestra aperta sul tempo” le definisce Kobo Abe “come il finestrino di un treno espresso in corsa attraverso il tempo”. Un vero e proprio attraversamento nel mondo, dove ognuno di noi non può fare quasi a meno di riconoscersi. Storia e storie, luoghi e paesaggi, persone e ombre, presenze e assenze: “tutto questo ha del miracolo”, secondo Avigdor Arikha. Mentre Eduardo Arroyo e Saul Steinberg oltre alle parole ci regalano un olio su tela e un disegno a riprodurre la fotografia stessa in un’altra arte e in un’altra dimensione.
L’essenza di un attimo fermato, dove “il linguaggio è superfluo” come scrive Jim Jarmusch, soffermandosi sulla fotografia. Il tempo si ferma in quel millesimo di secondo che viene catturato e conservato per sempre, “…penetrare il segreto degli esseri e delle cose adorando la loro apparenza inquietante”, sono le parole di Cioran, lì dove il quotidiano è trasformato “in una permanenza che non appassisce”, scrive Lincoln Kirstein.
“Cartier-Bresson è l’argento vivo della coscienza” sono ancora le parole di Robert Delpire. Questo è quello che rimane del mondo di Cartier-Bresson, moltiplicato da altri occhi e da altre emotività. E ciò che rimane non può essere altro che bellezza che nasce da altra bellezza. Che nasce da Henri Cartier-Bresson.
Marianna Zito