“ILLOGICAL SHOW”, OLTRE IL TALENT C’È DI PIÙ: LA DISCESA IN CAMPO DEI TREJOLIE
Può succedere di iniziare dal Talent. È successo ai Trejolie, al secolo Daniele Pitari, Tomas Leardini e Marcello Mocchi, che devono alla vittoria meritatissima di Italia’s Got Talent una certa celebrità televisiva grazie alla quale hanno già avuto la possibilità di partecipare a show di una certa popolarità come il Saturday Night Live. Può succedere anche di cominciare, invece, dal talento. Se senti di averlo, un buon modo per scoprirlo e farlo crescere può essere frequentare un’Accademia importante come la Civica Scuola di Teatro Paolo Grassi di Milano. È successo anche questo ai Trejolie, che non a caso si sono conosciuti proprio durante l’Accademia, dopo la quale hanno iniziato, ciascuno per proprio conto, una già piuttosto brillante carriera di attori di Teatro. Il più delle volte Talent e Talento sono due rette parallele, destinate perciò a non toccarsi mai. I Trejolie invece tentano, finora con un certo successo, di conciliare l’apparentemente inconciliabile. La loro comicità fa leva infatti su una molteplicità di strumenti e modalità espressive in grado di stimolare sia le risate sonore di un pubblico se vogliamo più popolare, sia il sorriso compiaciuto di chi coglie lo spessore delle tante finezze nascoste in un canovaccio solo apparentemente illogico.
Come diceva mia nonna contadina, “è sempre meglio zappare da studiati che da ignoranti”. Ecco: anche quando si trovano a dover “zappare”, i Trejolie dimostrano di avere studiato. Grazie a questa loro caratteristica, soprattutto, possono e soprattutto potranno in futuro ancora di più fare la differenza. A proposito di mondo contadino, l’anteprima che abbiamo visto a Campo Teatrale a Milano il 17 dicembre 2018 è esattamente questo: il seme di “un Trio promettente e divertente come non se n’erano più visti dagli esordi di Aldo, Giovanni e Giacomo” (citando il commento di Claudio Bisio a una loro performance televisiva). Lo spettacolo, inevitabilmente, non può che essere ancora acerbo. Perché possa maturare, c’è bisogno da una parte di un amalgama drammaturgica e registica più compiuta e dall’altra di una distinzione ancora più chiara, distinta e definita dei caratteri dei tre personaggi-attori.
Ciò a cui Daniele, Tomas e Marcello possono e devono ambire con loro comicità, rara combinazione di abilità tecniche sopraffine e “cazzeggio tra amici”, è l’universalità dei “Grandi”, che senza dover ricorrere all’attualità della satira e mai scadendo nella volgarità sanno parlare un linguaggio comprensibile a tutti. Con tanta allegria, leggerezza e, citando un loro irresistibile tormentone, tanta ”amicizia, aamicizia, aamiciiiiziaaaa”…
Alessandro Bizzotto