“ILIADE, MITO E GUERRA” AL PICCOLO TEATRO DI MILANO
Una notte l’archeologo Heinrich Schliemann, scopritore degli antichi resti della città di troia, sogna forte. Sogna la guerra, la storia dell’Iliade e la ripercorre, un loop notturno di voci e battaglie che lo muovono a impellente necessità di raccontare (a chi?). E di incarnare di volta in volta i punti di vista di personaggi diversi, come di un Ettore che si appresta a uccidere Patroclo. Gli oggetti della camera da letto cambiano forma e funzione. Un cappello a cilindro diventa un elmo, un letto un muro, una zanzariera una donna. Ai due livelli narrativi dell’archeologo e del mondo epico si sovrappone quello di un travoltiano showman, che invita Hera, la dea, nel suo programma e si auto-risponde, interpretandola (con falsetto e piumino al collo, pigro cliché?) che si lamenta di un libertino Zeus. Poi questa cornice diventa concorso di bellezza per le dee, che sono delle ragazze scelte (in anticipo) dal pubblico, e un concerto rock di un moderno aedo omerico.
Se da un lato è lodevole – e pienamente soddisfatta – l’iniziativa di recuperare le essenze universali del poema e renderlo accessibile soprattutto alle nuove generazioni, dall’altra manca un punto di vista creativo. I molteplici linguaggi alternati con sapiente frizzantezza hanno creato un ponte solido con un difficile pubblico di giovanissimi studenti e più maturi amanti dell’opera; ma oltre la partecipazione intellettuale lo spettatore non è coinvolto emotivamente. Non sente davvero le urla dei combattenti. Non vede il fuoco, non respira la polvere di una vicenda enorme. Troppo grande per essere racchiusa nella sola presentazione di trovate registiche e toni forzati. Se lo spettacolo presenta preziose porte del poema al pubblico, pecca nel non accompagnarlo dentro le “stanze” che sono oltre quelle porte. Come se indicasse delle possibilità, senza tuttavia esplorarle a fondo. Senza respirarle mai davvero né scoprirci dentro colori e significati nuovi. La platea semicircolare del Piccolo Teatro Studio ha gradito l’assenza di respiro e di scoperta. Empatia?
“Iliade, mito e guerra” da Omero, drammaturgia Giovanna Scardoni con Nicola Ciaffoni regia Stefano Scherini, andato in scena dal 29 gennaio al 3 febbraio al Piccolo Teatro Studio di Milano.
I. R.