Il “Vicenza in Festival” ospita la grande musica italiana a partire da Fiorella Mannoia
“E ho capito che non serve il tempo alle ferite / che sono sempre meno le persone unite / che non esiste azione senza conseguenza / chi ha torto e chi ha ragione / quando un bambino muore.”
Giovedì 5 settembre il “Vicenza in Festival” ha ospitato in Piazza dei Signori una grande voce della musica italiana, Fiorella Mannoia, con l’ultima tappa estiva del suo tour per la promozione del suo ultimo album “Personale” uscito lo scorso 29 marzo. Due ore di musica avvolgenti per un pubblico attento e numeroso; la cantante romana è apparsa in gran forma, riproponendo molti dei brani dell’ultimo (bellissimo) disco insieme ad altri pezzi da album precedenti e gli immancabili brani storici ri-arrangiati dalla sapiente mano di Max Rosati, chitarrista sul palco insieme a Alessandro De Crescenzo.
La forza interpretativa che da sempre caratterizza Fiorella Mannoia, oltre alla voce possente e graffiante, emerge fin da subito con l’apripista “Il peso del coraggio”, primo singolo tratto dell’ultimo lavoro discografico, seguito dal secondo singolo “Il senso” scritto da Zibba e Giulia Anania. Non mancano i momenti in cui la cantante racconta la nascita di alcuni testi, come “Imparare ad essere una donna”, ispirato a letture di Simone De Beauvoir, oppure “Anna siamo tutti quanti” che pone lo sguardo sul disagio giovanile e sul bisogno di ascoltare ed educare gli adolescenti in modo tale che diventino adulti consapevoli, o ancora “Carillon” che verte il tema della violenza sulle donne. La firma dell’immancabile Ivano Fossati è per “Penelope”, sempre nell’ultimo album, ma anche in “Lunaspina” risalente al 1989. I salti nel passato, con brani come “I treni a vapore”, “Come si cambia”, “Sally” rimangono di forte impatto e risultano cresciuti grazie ai nuovi arrangiamenti; da segnalare la presenza in scaletta di “Caffè nero bollente”, una chicca, in una versione rock molto trascinante, in cui la Mannoia si immerge benissimo: questa canzone risale alla prima partecipazione al Festival di Sanremo nel 1981.
“Ricorda che l’ironia ti salverà la vita.”
Anche le cover hanno un piccolo spazio e regalano momenti preziosi: in scaletta è presente una versione di “Eri piccola così” di Fred Buscaglione e una struggente “Povera patria” di Franco Battiato in una sublime interpretazione piano – voce. Nel gran finale ci sono ben tre bis che attendono il pubblico: “Sempre e per sempre” in una versione piano – voce, l’attesissima “Quello che le donne non dicono” che permette a Fiorella di far cantare tutti i presenti in un coro appassionato e infine una nuova versione di “Il cielo d’Irlanda”, più lenta di come siamo abituati, ma sempre efficace.
“Ed io ti voglio amare finché la terra gira.”
L’uscita dell’album “Personale” ha permesso a Fiorella Mannoia di esprimersi anche come fotografa: ogni canzone ha in abbinamento una fotografia che la cantante ha fatto e ha scelto seguendo il tema della canzone. E così anche il concerto, per ogni brano, è stato non solo una delizia per le orecchie, ma anche una sequenza di immagini musicali. La Mannoia si riconferma indiscusso colosso della musica nostrana portando non solo la ben nota presenza scenica, ma anche immagini, emozioni, messaggi diretti.
Grandi applausi ai musicisti della band: Diego Corradin (batteria), Claudio Storniolo (pianoforte e tastiere), Luca Visigalli (basso), Carlo Di Francesco (percussioni e direzione musicale), Max Rosati (chitarre) e Alessandro “Doc” De Crescenzo (chitarre).
Il tour di Fiorella Mannoia riprenderà il prossimo 3 ottobre al Teatro degli Arcimboldi di Milano.
Il Vicenza in Festival invece continua, ospitando venerdì 6 settembre Max Gazzè e l’8 settembre la Zucchero celebration band OI&B.
Roberta Usardi