“Il tempo qui e ora” è il secondo album di Andrea Lelli – L’intervista
Dal 27 aprile è disponibile “Il tempo qui e ora”, il secondo album di Andrea Lelli per SanLuca Sound, con la produzione artistica di Renato Droghetti e la supervisione di Manuel Auteri. Il disco è stato anticipato dal singolo “Scale di grigi” che vede la partecipazione di Iskra Menarini. Abbiamo ascoltato l’album e fatto ad Andrea qualche domanda per andare più a fondo.
Il tempo qui è ora” è il tuo secondo album, un titolo che si focalizza sul presente, come hai concepito i brani?
In questi due anni ho scritto molto, ho sentito di dover annotare anche singole parole, oltre a frasi e stati d’animo. Ho notato che il minimo comun denominatore era quello di vivere il presente, le difficoltà che abbiamo nel farlo in un mondo sempre più frenetico e filtrato dall’utilizzo improprio che facciamo della tecnologia. A questo punto è arrivata impellente la necessità di trovare le melodie e le armonie che andassero a sostegno dei testi che via andavano sviluppandosi e riadattandosi. Il resto lo ha fatto Renato Droghetti di SanLucaSound che ha saputo tradurre nei suoni giusti le mie idee, con arrangiamenti molto “freschi” ed attuali, sperimentando senza indugi. Ci siamo divertiti molto.
Il singolo “Scale di grigi” vede la partecipazione di Iskra Menarini, come è nata questa collaborazione?
Renato insieme a Manuel Auteri alla supervisione artistica hanno proposto ad Iskra questo brano, riconoscendo delle sonorità etniche vicine al suo mondo all’interno di un contesto pop. Lei sentendo il brano in studio è rimasta piacevolmente stupita al punto di fare una take immediatamente con l’istinto che le è proprio e che solo lei ha. La sua partecipazione anche nel video è stata per me una gioia immensa e doppia!
L’idea grafica della copertina del disco da dove è venuta?
Per questo devo ringraziare la fotografa Alessia Bortolameotti che ha saputo cogliere e catturare il concept dell’intero album (il mio passaggio proprio nel mezzo, sotto la meridiana, rappresenta la volontà di vivere il presente, senza essere ne troppo indietro ne troppo avanti pur guardando al futuro) e Rodolfo Mannara che ha curato dandone forma all’intera grafica. Un connubio direi davvero felice.
Sono passati 4 anni dal tuo primo album “Pindaricamente”, come sei cresciuto artisticamente e come ti senti ora a cantare le vecchie canzoni?
In questi 4 anni sono maturato artisticamente attraverso esperienze molto significative, dal Premio Lucio Dalla vinto nel 2018 fino a quest’ultimo anno dove sono stato selezionato per frequentare l’Accademia di Ghedi sotto la guida del maestro Diego Calvetti; ho potuto cosi sperimentarmi come autore e crescere attraverso il confronto. Il premio SIAE giunto alla fine dell’anno accademico con un inedito premiato come miglior brano co-scritto nell’anno è stato un riconoscimento importante. Per quanto riguarda le canzoni del primo album diciamo che mi piacerebbe cantarle insieme a quelle nuove in un live che purtroppo al momento, vista la situazione, non si può fare. Ma credo sarebbe un bel racconto, un viaggio itinerante dal 2016 ad oggi che rappresenta la mia storia e la mia evoluzione nella musica e nelle cose che mi sono sentito di raccontare, e che mi piacerebbe rivivere cantandole.
C’è un tuo brano a cui ti senti particolarmente legato?
Trovarne uno solo è molto difficile, a seconda dei momenti e dei periodi ho dei brani che li rappresentano maggiormente. Sicuramente nel 2016 “Noi due” il singolo di “Pindaricamente” è stato per me molto importante, al di là del successo che ha avuto è stato il pezzo che ha battezzato la mia carriera da cantautore. Oggi sicuramente “Scale di grigi” è un pezzo che sento molto, che parla molto di me.
Hai svariati successi alle spalle, qual è un sogno che vorresti realizzare prossimamente?
Mi piacerebbe moltissimo riuscire a firmare come autore un pezzo per un/una grande artista. Sto lavorando molto a questo, e ho qualcosina che bolle in pentola. Speriamo..
Uscirà un altro singolo?
Al momento non è previsto ma non si sa mai, i tempi per i live si allungheranno sicuramente, quindi è possibile…
In “Scale di grigi” canti “la paura di restare soli che fa tanto rumore”, è un’immagine molto pertinente alla situazione di isolamento sociale durante il lockdown, ma tu hai composto durante la quarantena un altro brano, “E ora dimmi” per la campagna #Divani&Balconi, in cui canti “questo mare di canzoni a farci stare meno soli” e che si conclude con “togli la maschera”. Come vedi e vivi il riavvio della normalità dopo questa pausa forzata?
Io spero davvero che sia un riavvio forte di quanto abbiamo provato durante l’isolamento, credo che anche in questo caso l’essere riusciti a viversi, respirarsi e stare con se stessi, faccia davvero la differenza nel tornare in modo “sano” alla normalità. Io mi sono impegnato nel farlo e appunto “E ora dimmi”, di cui vado molto fiero e sono felicissimo sia stato scelto per questa importante compilation, è un brano che tira fuori tutto il mio sentire di quei giorni. I segnali che però vedo nel mondo e che non tengono conto dello stesso come del prossimo non mi incoraggiano molto ad essere sincero.
Roberta Usardi
Fotografia di Alessia Bortolameotti
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